GENOVA - Manca solo l'ufficialità ma la richiesta del presidente (sospeso) Giovanni Toti di poter incontrare alcuni esponenti della politica locale e nazionale avrà esito positivo. Toti, agli arresti domiciliari dal 7 maggio scorso per presunta corruzione, si potrà così confrontare sui temi regionali ed extra regionali con coloro che sono rientrati nella sua lista. Si tratta del presidente facente funzioni Alessandro Piana, in quota Lega, dei suoi più fedeli assessori, che fanno parte della sua lista "Toti" Giacomo Giampedrone e Marco Scajola, ai quali si aggiungono i tre coordinatori e segretari liguri dei tre partiti che lo hanno sostenuto in questi anni. Stiamo parlando del segretario regionale della Lega Edoardo Rixi, dei coordinatori regionali di Fratelli d'Italia e Forza Italia Matteo Rosso e Carlo Bagnasco. A loro si aggiungono, infine, due rappresentanti di Noi Moderati, il leader Maurizio Lupi e il deputato Pino Bicchielli.
La richiesta, da parte della procura, è che gli incontri siano in presenza e non in videocollegamento, per controllare meglio chi ne prenderà parte. Sul tavolo non sembrano esserci, almeno apertamente dichiarate, le possibili dimissioni dell'ex forzista, che ha sempre ribadito la propria intenzione di proseguire la legislatura. D'altronde anche la sua maggioranza si è sempre mostrata compatta, meglio dire granitica, intorno alla figura del presidente. Nei corridoi del consiglio regionale vi è quasi la certezza che da questi colloqui non verrà comunicata una decisione definitiva, come quella di interrompere la legislatura.
Ma è altrettanto possibile, secondo alcuni esponenti del centrodestra, che nella primavera del 2025 la Regione possa essere chiamata al voto per rinnovare il consiglio regionale e scegliere il futuro presidente. Nel frattempo però, i partiti che lo hanno sostenuto sono chiamati alla prova "fedeltà", che dovrà essere dimostrata a parole durante gli incontri ad Ameglia, senza fughe in avanti da parte di coloro che apertamente lo hanno appoggiato. Sia quando ha trainato la vittoria del centrodestra in Liguria, per due mandati consecutivi, che quando è stato coinvolto nella maxi inchiesta che ha terremotato la Regione. Ma non solo, hanno sempre creduto e professato la sua innocenza, nonostante a denti stretti non neghino la preoccupazione per quello che accadrà anche politicamente. D'altronde uno dei loro capisaldi è la capacità di stringersi e compattarsi, senza tradirsi, almeno all'esterno. E si sa che spesso, quello che conta, è anche e soprattutto l'immagine che si trasmette di sé.