Politica

Per lui "il sovranismo popolare è l'unica teoria politica che può fare uscire ogni cittadino ligure da una finta alternanza tra uguali"
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Continuano le interviste politiche di Primocanale in avvicinamento al voto del 27 e 28 ottobre quando si sceglierà il prossimo presidente della Regione. Oggi è il turno di Francesco Toscano, candidato per 'Democrazia Sovrana Popolare'. La prima domanda è quella di rito. Perché ha scelto di candidarsi? “Noi vogliamo partire dalla Liguria per presentare il nostro progetto di rivoluzione culturale e politica improntato all'idea del sovranismo popolare che è una dottrina nuova che sconfessa e demistifica gli errori degli ultimi trent'anni. 'Democrazia Sovrana Popolare' è un moto di risveglio che serve a tutti i cittadini italiani, a partire dai liguri”.

In che area politica vi collocate? Destra, sinistra? “Bucci e Orlando rappresentano un'alternanza senza alternative. I concetti di destra e sinistra sono molto annacquati perché dentro questo sistema di potere nessuno può davvero decidere nulla. Orlando è stato per anni ministro dentro i governi di Renzi e di Draghi che sono stati palesemente antipopolari eppure si presenta come un uomo a difesa delle classi svantaggiate. Il governo di centrodestra non ha mai fatto gli interessi della classe media o della classe lavoratrice. Io chiedo a tutti i liguri di ragionare su un dato: quanti ospedali sono stati chiusi negli ultimi trent'anni? E il rituale alternarsi dei governi di destra e sinistra su base regionale ha mai interrotto questo andazzo?”.

Ma se dovesse scegliere una collocazione si posizionerebbe a sinistra? “Guardi, io sono di estrazione europea. I miei punti di riferimento sono Aldo Moro e Marco Rizzo che ha una storia limpidamente di sinistra che tutti conoscono. Noi ci collochiamo dentro un'area che supera questi concetti vecchi, quella del sovranismo popolare. Il che significa ritorno a una democrazia sostanziale, fine del dominio della finanza, fine di queste politiche liberiste”.

E allora Toscano come si fa a fare tutto questo declinato alla Liguria? “Se noi riusciamo a costruire un grande moto politico e culturale veramente rivoluzionario sulla base del recupero di una passione che sale dal basso si sarà costretti a prendere atto del cambiamento culturale che esiste nel Paese e che può partire dalla Liguria. Noi non accettiamo le regole che sono state scritte contro l'interesse popolare, le regole di consolidamento fiscale, i tagli indiscriminati e il dover vivere in una regione dove il livello delle infrastrutture è allucinante”.

Infrastrutture, sanità, lavoro: qual è la vostra visione? “Bisogna rompere il perverso connubio tra affari e politica. Io non sono il pubblico ministero di Toti ma mi rendo conto che questo modello è assolutamente da respingere. Occorre ripartire da un grande piano che migliori le infrastrutture strategiche di questo territorio, dia lavoro e aumenti la domanda interna. Bisogna riaprire gli ospedali che sono stati chiusi perché i cittadini non possono rischiare di morire a causa di liste d'attesa lunghissime o dei pronto soccorso che non funzionano. Il problema del diritto al lavoro in Italia è il risultato di politiche di privatizzazione selvaggia. Noi siamo totalmente contrari a questo tipo di filosofia: siamo per il lavoro e non per la rendita, non riconosciamo alle grandi multinazionali il diritto di venire qui, forti di liberi capitali, a determinare le condizioni di lavoro dei nostri cittadini”.

Per concludere, perché votare 'Democrazia Sovrana Popolare'? “Perché il sovranismo popolare è l'unica teoria politica che può fare uscire ogni cittadino ligure da una finta alternanza tra uguali, tra una destra a sinistra che servono gli stessi centri di potere e che oramai da decenni svuotano il welfare e hanno portato una regione prima ricchissima come la Liguria ad essere di fatto deindustrializzata”.