I candidati del Pd a sindaco di Genova ora sono due. Almeno quelli che, al momento, sarebbero i più graditi e votati. Roberta Pinotti, personaggio di caratura nazionale, ex ministro alla Difesa ha risposto a Matteo Angeli: grazie no. Come sempre corretta ha ribadito quello che già aveva prefigurato oltre un mese fa quando il suo nome, ragionevolmente, era stato proposto a livello ancora di dibattito.
Autoesclusa l’ex ministra, ora, però, ci sono altri due nomi significativi nel primo partito di Genova: Armando Sanna e Federico Romeo, oggi ambedue in Regione, con interessanti esperienze passate. Dunque? Dunque mi aspetto che nel giro di poche ore (qualche giorno per dare ossigeno a Andrea Orlando) ci facciano sapere chi candida il Pd, chi il Pd propone come potenziale sindaco di Genova, sfidante di Pietro Piciocchi, ai possibili alleati a cominciare da Avs, quello più stretto e affidabile. Il Pd scelga il suo nome e vada avanti per la sua strada come ha sostenuto l’altro ieri Dario Franceschini dando l’ennesimo scossone a un partito che vive di autoflagellazioni.
Senza dare retta più di tanto al segretario regionale del partito Natale, il quale dichiara all’Adnkronos che prima cosa, ai sondaggi lui non crede. E bravo segretario! (nello specifico si riferisce al sondaggio unico, che Primocanale ha affidato a Tecné) quindi che non crede alle autocandidature (neanche a quella che ha portato alla vittoria nazionale di Elly Schlein?), tirando così una stilettata a Armando Sanna (utilissima dal punto di vista promozionale per il destinatario) che in una intervista aveva soltanto dichiarato di essere “disponibile” a candidarsi. Disponibile come ha ripetuto venerdì sera nella trasmissione politica di Primocanale anche Federico Romeo. Disponibili. Ci siamo compagni, se lo volete. Noi siamo pronti. Il segretario regionale aggiunge che il suo obbiettivo è “tenere unita la coalizione”. Mi pare che le ultime mosse dello stesso non vadano in questa direzione, tanto che a stretto giro di posta è arrivata una saggia risposta del segretario genovese del Pd, Simone D’Angelo: “Quella di Sanna non è stata una fuga in avanti, tutt’al più la conferma dello spirito da podista che non ha abbandonato. Il suo è stato un modo per ribadire una disponibilità che era già sul tavolo del Pd e delle forze del centrosinistra”. Due figure interessanti, due giovani, l’ ex amministratore di un comune come Sant’Olcese, legato strettamente a Genova. L’altro presidente, del Municipio della Valpolcevera uno dei più grandi e complessi della città metropolitana, ricchissimo di eterni problemi. Tutti e due e qui sta la differenza con altri evocati, uniti dal record delle preferenze indispensabili se si vogliono vincere le elezioni.
Le “fughe in avanti” servono a vincere la Paris-Brest-Paris (antico e storico ciclismo), ma anche le elezioni, mentre quelle pericolose sono le “fughe all’indietro con rischio di scivolate”, come perdere le elezioni in Liguria o sbagliare candidato.
Sarà interessante se le faccende dovessero andare avanti su questa linea, valutare i programmi dei “due disponibili” soprattutto sul funzionamento della città che sembra soffrire parecchio in questo momento. Certamente per scelte nazionali devastanti come quelle che hanno ridotto Genova a essere tagliata fuori dal resto del Nord (altro che Ge.Mi.To ve lo ricordate? Gemito sì, nel senso di gemere/dolersi), ma anche per un generale abbandono della sana politica della manutenzione, che non vuol dire solo manutenzione delle strade o pulizia dei marciapiedi, ma anche manutenzione di una vita sociale corretta e dignitosa per tutti. Dal lavoro alla sanità, dalla scuola all’abitazione.
Forse sarebbe il momento che la sinistra, svelato il nome del prescelto/a, rileggesse la storia passata, ma non troppo. Quando nel 2007, Marta Vincenzi eletta sindaca, (allora era “disponibile” anche lei) chiamò come super-super-super consulente Renzo Piano (“disponibile” a accettare) e l’architetto proprio dai banchi di Tursi lanciò quel geniale programma di “Rammendo delle periferie” che divenne un obbiettivo nazionale, ma che, purtroppo proprio a Genova, sembra essere stato dimenticato da tempo. Insomma più rammendi e meno rendering. Bene le fughe in avanti, meno gli scivoloni all’indietro, ma soprattutto di questi tempi viva i Disponibili.
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