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Politica

Al centro i temi della sicurezza, del trasporto pubblico, della pedonalizzazione, della sanità, dei servizi sociali, dei giovani, del bilancio e in generale la visione della città futura
9 minuti e 35 secondi di lettura
di Andrea Popolano
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Confronto politico su Primocanale tra il sindaco uscente di Genova Marco Bucci candidato per il centrodestra e il progressista Ariel Dello Strologo appoggiato da centrosinistra e M5s. Domenica 12 giugno il voto a Genova per l'elezione del sindaco e della nuova giunta. Dai trasporti, alla gestione del bilancio passando per la pulizia e manutenzione delle strade ma anche la sicurezza dei vicoli e delle periferie. Poi ancora pedonalizzazioni, gestione della movida notturna, esigenze dei giovani e degli anziani, la sanità e il futuro dello stadio. Sono tanti i temi dibattuti dai due principali candidati alla poltrona di Palazzo Tursi.

Lunedì dalle 8 Primocanale in diretta in tv e streaming per aggiornare sui risultati delle elezioni a Genova e nelle altre città della Liguria dove di vota e per sentire voci e opinioni dei candidati nel post voto.  

DOMANDE E RISPOSTE BUCCI-DELLO STROLOGO

La città di Genova è interessata da una pioggia di investimenti, lei è pronto a gestirle nella consapevolezza che che ogni eventuale errore sarà poi pagato dalle future generazioni?

Marco Bucci: "Assolutamente sì, abbiamo dato prova in questi cinque anni di cosa vuol dire saper gestire le risorse e fare le cose. Il ponte San Giorgio è un esempio di efficienza e di promesse fatte,  mantenute e realizzate secondo i tempi e nel rispetto delle risorse. Ma ci sono tanti altri esempi come il mercato di corso Sardegna, il Waterfront di Levante, la rigenerazione urbana dei carruggi. Abbiamo a disposizione 6 miliardi più 2 per fare l'infrastruttura genovese, siamo convinti che questa possa essere fatta in cinque anni. Penso alla metropolitana e al suo prolungamento, i bus elettrici e poi ci saranno la nuova diga, le banchine del porto (elettrificate ndr). Noi siamo in grado di farlo contrariamente a chi ha fatto il buco di San Martino e in 15 anni non è riuscito nemmeno a riempirlo".

Ariel Dello Strologo: "E' un'occasione straordinaria che non dobbiamo sbagliare. Noi siamo pronti. Vogliamo usare le risorse pensando al futuro della città e a tutte le componenti della città seguendo le indicazioni del Pnrr. Pensando quindi alla transizione ecologica, alla digitalizzazione, e all'inclusione sociale. Bisogna certamente dedicare attenzione al trasporto pubblico urbano, c'è necessità di una riforma pubblica dell'amministrazione. Per fare tutto questo serve una squadra di tecnici ed esperti capaci di progettare e realizzare. E questa volta dovremmo farlo nel rispetto delle regole degli appalti pubblici non come fatto con il nuovo ponte".

Il Centro storico è la zona più degradata e con più problemi, ma gli altri quartieri soprattutto della periferia lamentano la scarsa presenza di agenti. E' possibile bilanciare la questione dei controlli tra centro storico e periferia?


Marco Bucci: "La sicurezza è una delle priorità, c'è quella reale ma anche quella percepita. In questi cinque anni sono state messe in piedi diverse attività al riguardo. La concentrazione di controlli nel centro storico ha fatto sì che il numero di reati venissero limitati. Dobbiamo fare lo stesso con le altre zone della città. Siamo in costante contatto con le forse di polizia. La sicurezza percepita si fa anche con il numero negozi aperti, con l'occupazione del territorio da parte dei cittadini e con le forze dell'ordine e chi popola le diverse parti della città. Le due cose assieme sono la certezza per poter arrivare al risultato".

Ariel Dello Strologo: "La sicurezza è stato uno dei temi su cui ho spinto maggiormente durante la campagna elettorale. Oggi abbiamo una militarizzazione esagerata del centro storico ma comunque ancora le persone lamentano degrado, presenza eccessiva di prostituzione e spaccio. Dall'altra parte c'è una città che è stata lasciata sola. La città si sente insicura. La sicurezza non è un problema di destra o sinistra, è un diritto di tutti. Bisogna prevenire. Per esempio lo spaccio si affronta con un aumento dell'attività investigativa, la sicurezza stradale  non con le multe ma con strumenti di dissuasione. Serve essere vicini alla cittadinanza. Una soluzione potrebbe essere quella di riproporre il vigile di quartiere".

La mancanza di assunzioni e le retribuzioni troppo basse sono l due principali emergenze del lavoro. Dovrebbe essere il governo a occuparsene ma anche gli enti locali possono fare qualcosa come ad esempio agire sulla fiscalità comunale.

Marco Bucci: "Abbiamo lavorato parecchio sul tema del lavoro, è la prima priorità della città. La povertà si sconfigge dando lavoro a tutti e pagandolo in modo decente non con i sussidi. Abbiamo creato in questi anni 24mila posti di lavoro in più, senza il Covid saremmo andati oltre i 30 mila posti di lavoro in più. Per i prossimi anni, con l'attuale trend, arriveremo a 40mila posti in più. Il problema è soprattutto quello di coprire i posti di lavoro per questo avremmo il nuovo assessorato del lavoro. Abbiamo bisogno di ingegneri, saldatori, farmacisti, panettieri, autisti, medici. Quindi c'è bisogno di persone. Il dato positivo è che abbiamo 7mila studenti che non sono di Genova. Questo vuol dire che Genova è attrattiva e vengono da noi per studiare e lavorare"

Ariel Dello Strologo: "Il lavoro è un problema molto serio e non riguarda solo la mancanza di lavoro ma anche le caratteristiche del lavoro. Ci sono molti giovani con salari bassi, c'è il problema del precariato. Il comune può fare molto ma dipende dal bilancio. E' necessario aiutare le nuove imprese a crescere e questo si può fare attraverso aiuti fiscali locali. La nostra è una città che ha delle grandi eccellenze come nella ricerca, nella vecchia industria e nelle nuove realtà tecnologiche. Attorno a loro le piccole le realtà ma spesso non lavorano assieme. L'dea potrebbe essere quella di un assessore all'innovazione tecnologica e allo sviluppo economico per creare e rendere efficiente questo sistema come fanno altre grandi città".

La maggioranza dei genovesi apprezza e vuole le pedonalizzazioni. Le farete? E dove?

Marco Bucci: "Le pedonalizzazioni sono una cosa intelligente non solo nel centro ma anche nelle altre zone della città. Abbiamo iniziato a fare quella di Nervi. Siamo d'accordo nel farlo nelle zone commerciali e turistiche e devono essere e dare comfort alla popolazione.  Non faremo pedonalizzazioni di forza ma solo dove ci sono accordi con i commercianti e i cittadini. Vogliamo che le scelte siano condivise almeno con la maggioranza delle persone.

Ariel Dello Strologo: "Sono un obiettivo ma devono essere affrontate in una logica complessiva. Abbiamo esempi molto positivi in città ma anche negativi come Nervi dove la decisione è stata calata dall'alto. Le pedonalizzazioni sono utili ma si deve lavorare sul trasporto pubblico che deve essere più capillare. Bisogna pensare a favorire l'utilizzo dei mezzi pubblici al posto dei mezzi privati. Devono essere un risultato di scelte condivise con cittadini e con i commercianti. Servono parcheggi e ci sono diverse zone dove si potrebbero fare con in via Rolando a Sampierdarena se si potesse trasformare il deposito dei bus in parcheggi per la città".

Genova e i giovani. Qual è la ricetta per dare occasioni di svago ai giovani e conciliare i trasporti e la serenità dei residenti e degli anziani?

Marco Bucci: "Bisogna conciliare tutte queste esigenze. Non è possibile certamente disturbare i residenti più anziani che devono poter dormire e riposare. Bisogna trovare delle zone adatte per la movida perché i giovani hanno diritto alla musica e alle attività che fanno parte della società civile. Bisogna garantire una separazione durante le ore notturne tra chi vuole divertirsi e chi riposare. Deve essere una decisione condivisa. Abbiamo creato la consulta dei giovani proprio per questo. Genova è già una città attrattiva per i giovani i numeri lo dimostrano e bisogna saperli leggere: in  cinque anni abbiamo avuto 3mila giovani in più che abitano in città"

Ariel Dello Strologo: "Per uscire dal tunnel del calo demografico Genova deve cambiare identità, deve diventare competitiva. Ci siamo informati su cosa attira i giovani. Si tratta di lavorare bene insieme all'università per farla diventare una eccellenza, servono infrastrutture per lo sport, per lo studio, per la musica. Abbiamo pensato a zone creative urbane anche nei quartieri più disagiati. Poi c'è la questione dei trasporti, a Genova solo le matricole non pagani il trasporto pubblico nelle altre città tutti gli studenti. E' possibile anche creare delle occasioni di convivenza tra giovani e anziani. Il tutto va sempre fatto in condivisione tra giovani, anziani, commercianti e residenti".  

Quanto intendete spendere per il sociale dopo la crisi pandemia e davanti all'invecchiamento della popolazione a alla crisi economica?


Marco Bucci: "Siamo una delle poche città metropolitane che hanno un bilancio in attivo. Possiamo investire ma è importante come viene fatto. Abbiamo 26mila persone iscritte ai servizi sociali, quindi non poche. Abbiamo già diversi servizi unici che in altre citta non ci sono. Continueremo in questa direzione".

Dello Strologo: "Quello che conta è come si spendono i soldi e dove si indirizza la spesa. Serve spendere in modo più qualitativo. Bisogna puntare sui servizi socio-educativi e socio-sanitari. Le persone chiedono di essere prese in carico e bisogna pensare a tutte le complessità delle persone di cui ci occupa. Abbiamo un 20-30% di abbandono scolastico, questo è un dato reale e vuol dire avere ragazzi di 16-17 anni che finiscono in mezzo alla strada col rischio di finire attratti da situazioni negative o in depressione. Bisogna prevenire prima di arrivare a fare il record di pacchi di alimenti distribuiti". 

Ritiene più opportuna la costruzione di nuovi ospedali o è meglio un'offerta più piccola ma più capillare sul territorio?

Marco Bucci: "Ci vogliono tutti e due. Dai grandi ospedali parte tutta una rete che coinvolge aziende e imprese che lavorano. E poi ci vogliono strutture capillari come la casa della salute, è un vero aiuto socio-sanitario, e qui entra prepotentemente il Comune e il suo intervento sociale".

Ariel Dello Strologo: "Il sindaco per legge è il responsabile della salute dei cittadini. Serve una sinergia tra il sindaco e la Regione. I servizi socio-sanitari devono essere integrati. Ci sono le case della salute. In ogni territorio deve esserci un presidio per sollevare gli ospedali da una parte di lavoro. In questo modo si può pensare di avere pochi grandi ospedale e di lasciare al presidio territoriale il rapporto della quotidianità dei servizi. C'è un grande problema: i medici di base spesso non vogliono lavorare nei presidi del territorio come Begato o altri. Questo è un problema che dovremmo affrontare con la Regione".

Come intende gestire la situazione dello stadio Ferraris con Genoa e Sampdoria e quale sarebbe la sua posizione se una o entrambe le società decidessero di costruire un nuovo impianto destinato al cacio?

Marco Bucci: "Il nostro scopo è quello di aiutare i cittadini, le imprese e anche società sportive. Se qualcuno volesse comprare lo stadio noi siamo pronti a trattare. Lo stadio ha bisogno di alcuni lavori che noi faremo. Se invece si volesse costruire un nuovo stadio va bene, Bisogna vedere se è possibile, se si trovano le aree e si trova l'accordo con la popolazione. Le strutture sportive devono servire le associazioni sportive. Ricordiamo che noi puntiamo molto sullo sport. Nel 2024 saremo capitale europea dello Sport, l'anno prossimo avremo la Ocean Race  che sarà vista da milioni di persone in tutto il mondo".

Ariel Dello Strologo: "Lo stadio Ferraris è un patrimonio di tutta la città. Entrambe le tifoserie sono attaccate a questo impianto. Il comune fa bene a ipotizzare di mantenere l'utilizzo chiedendo una collaborazione alle società che lo utilizzano. Il sistema può essere quello della società oppure di un utilizzo per affidamento. Lo stadio può avere altre oltre che per lo sport, può anche ospitare spettacoli. Se si volesse costruire uno stadio nuovo ci sarebbe il problema del dove. Genova è una città avara di spazi e forse questi spazi potrebbero essere usati in altro modo, per favorire insediamento imprese o per strutture destinate ad altri sport".  

 

 

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