GENOVA - “Al momento nessuno di titolato (non i giornalisti tanto per intenderci) ci ha chiesto ufficialmente nulla, ma se ce lo chiederanno saremo disposti a valutare la situazione”. Così Giulio Schenone, amministratore delegato di Gip, gruppo investimenti portuali, protagonista della fusione tra SECH e PSA, neppure due anni fa. Dell’ipotesi si discute sempre più insistentemente: la realizzazione di un terminal crociere al terminal Sech, dove oggi si movimentano container con circa 2-300mila teu all’anno e un’occupazione di circa 200 persone. E anche alla luce del fallimento dell’ipotesi di realizzare, per Costa, un terminal a calata Gadda. Schenone è chiaro su un punto: “Noi abbiamo da pochi anni rinnovato la concessione per il Sech per altri circa 25 anni. Per togliercela l’Autorità portuale dovrebbe aver un, diciamo, interesse pubblico. Ma a quel punto certo non si può pensare di azzerarci (traffici e occupazione) quindi ecco il progetto di spostamento a Psa di Prá, in continuità con il terminal che già esiste: si tratterebbe di fare un riempimento nel lato ponente ma attenzione, dove già abbiamo una banchina inutilizzata. Insomma non si tratterebbe di cancellare spiagge o spazi per la città, perché lì ci siamo già noi. Servirebbe una diga fatta in due parti, a protezione” spiega Schenone, da sempre non sostenitore invece della nuova diga di Sampierdarena, ora in sospeso per il bando di gara andato deserto. Replica poi a quanto ha dichiarato il primo cittadino a Terrazza Colombo, durante l’intervista di lunedì, quando ho detto: “Chi rema contro l’opera non merita di essere cittadino di Genova”. Gli chiediamo se ha sorriso sotto i baffi quando la gara è andata deserta: “No assolutamente, perché non mi piace gioire delle disgrazie altrui, dico solo che io mi sento un cittadino genovese anche se credo che questa opera non sia fondamentale per il porto di Genova perché le navi grandi possono già andare alla Spezia e al porto di Prà”.
Tornando al tema delle crociere, i disegni dei nuovi riempimenti a Prà, che potrebbero ospitare il terminal Sech se venisse realizzato al suo posto un terminal crociere, sarebbero già nelle mani di Singapore da cui si attende il nullaosta. Da lì all’inserimento nel nuovo piano regolatore portuale la strada è ancora lunga “ci vorrà almeno un anno e mezzo” chiude Schenone. Quindi c’è tempo per ragionarci.