GENOVA - Qualcuno l’ha sentito direttamente, qualcun altro de relato: certo non è più mistero nel mondo portuale genovese che il sindaco Marco Bucci abbia un, definiamolo sogno nel cassetto, che riguarda una revisione della sistemazione dei terminal portuali del capoluogo ligure. Il tutto anche in vista del nuovo piano regolatore portuale che, come ha dichiarato il presidente del porto Paolo Emilio Signorini a margine di un incontro a Terrazza Colombo qualche mese fa, dovrebbe essere chiuso entro un anno massimo anno e mezzo. E che ridisegnerà alcuni spazi dello scalo per i prossimi trenta-quarant’anni. È quindi necessaria una riflessione molto approfondita sulle mosse in vista di questi disegni.
In base alle informazioni che ho raccolto Primocanale, quest’estate c’è stato un incontro a cui hanno partecipato il sindaco Marco Bucci, suo consulente Puri Negri, Beniamino Maltese, Paolo Emilio Signorini, per ipotizzare una nuova sistemazione degli spazi nella zona del ponente genovese ma anche in quella del porto storico. In particolare la proposta di Bucci sarebbe quella di spostare Porto Petroli, che tanti problemi e interferenze crea con il quartiere di Multedo, sulla diga di Prà (che ipotizziamo sarebbe allungata). E di portare nello spazio lasciato libero da Porto Petroli, accanto a Fincantieri, le riparazioni navali, liberando spazi preziosi laddove si trovano oggi, accanto alla fiera e allo yacht club, zona che verrebbe riqualificata con spazi verdi e altro, dando respiro al quartiere di Carignano, che sovrasta la zona, e creando un unico percorso fino al Porto antico e a seguire.
Il presidente di Ente bacini, Mauro Vianello, che abbiamo sentito ieri, parla invece di una ipotesi di potenziamento ma non di trasloco dei bacini, affermando “se ci propongono di ampliare i nostri spazi ben venga ma per spostarci sarebbe necessario trovare già tutto pronto anche considerando che l’operazione a nostro parere costerebbe circa 2 miliardi anzi non basterebbero forse, quindi noi restiamo qua dove siamo”.
Che cosa ne penserebbero inoltre i vertici del Psa di Prà a trovarsi sulla diga il Porto Petroli? Ricordiamo che sempre nella zona di Prà, c’è l’ipotesi che venga trasferito il terminal Sech, per lasciare spazio le crociere la dove si trova oggi cioè nel porto di Sampierdarena.
Insomma le tessere del puzzle da muovere sono ancora tante e soprattutto il disegno finale è ancora lungi dall’essere completato.