Dopo l'incidente mortale sul lavoro al Psa di Pra' a Genova i rappresentanti sindacali insieme a una delegazione di lavoratori portuali hanno incontrato a Palazzo San Giorgio il commissario dell'Autorità portuale l'ammiraglio Massimo Seno. Il giorno dopo vertice in Regione Liguria con il presidente Marco Bucci, l’assessore regionale alla sanità Massimo Nicolò insieme agli assessori alle organizzazioni sindacali Paolo Ripamonti e al Lavoro Simona Ferro. Alla riunione hanno partecipato rappresentanti delle organizzazioni sindacali, datoriali, del mondo marittimo e degli enti di vigilanza con l’obiettivo di fare il punto per evitare che fatti del genere si ripetano e di promuovere azioni concrete per garantire la sicurezza sul lavoro.
Regione Liguria: "Un coordinatore della sicurezza in giunta"
Il presidente Bucci ha preso l'impegno a nominare in giunta un coordinatore della sicurezza sul lavoro. “Questo è sicuramente un momento di dolore e di riflessione per tutta la comunità portuale e la nostra regione – ha detto Bucci aprendo il tavolo –. Questo incidente ci obbliga a un esame profondo delle misure di sicurezza dei nostri scali e di tutto il sistema lavorativo. Servono procedure chiare e codificate, cui il lavoratore deve adeguare il proprio comportamento. Occorre inoltre un sistema di controllo che ricordi costantemente le regole di sicurezza da seguire”. Da parte dei sindacati è arrivata una richiesta unanime di rafforzare le norme di prevenzione e di incrementare la formazione dei lavoratori sui rischi specifici. Un appello che è stato accolto pienamente da Regione Liguria che attraverso il presidente ha annunciato la creazione di un tavolo dedicato specificatamente alla sicurezza sul lavoro in cui coinvolgere tutte le parti interessate e sviluppare soluzioni condivise, rapide ed efficaci e l’individuazione tra gli assessori della Giunta regionale di un coordinatore della sicurezza sul lavoro. “Serve uno scatto in avanti – ha aggiunto il presidente di Regione Liguria - istituzionalizzando un tavolo con la regia della Regione che affronti non solo l’ambito portuale ma tutti gli ambiti lavorativi, per contribuire a dare soluzioni”.
Le richieste dei sindacati per garantire la sicurezza
Al vertice hanno partecipato i rappresentanti di Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti, Enrico Poggi, Mauro Scognamillo e Roberto Gulli. Diverse le questioni affrontate: al primo posto la richiesta dei sindacati di puntare sempre di più sui programmi di formazione per i lavoratori. Altro punto cardine riguarda il ruolo da attribuire al Comitato di igiene e sicurezza per potenziare operazioni di controllo e tutela della sicurezza dei lavoratori in ambito portuale. E poi la questione delle Rrl (Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza), i sindacati spiegano che sono aumentati in numero ma che non c'è stato un aumento delle ore lavorative. Per questo chiedono un rafforzamento della loro posizione. Tra i temi affrontati anche quello legato alle fasce di lavoratori anziani che operano in porto e alle tipologie di lavoro usurante e di conseguente potenziale pericolo che si svolgono in porto. I sindacati hanno messo anche alcune richieste operative concrete: più ore di permesso per i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza di sito e più libertà di movimento all'interno della zona portuale per dare una copertura maggiore a un porto che lavora 24 ore al giorno per 365 giorni l'anno.
Le decisioni dopo l'incontro con l'Autorità portuale
Sindacati e Autorità portuale hanno firmato un documento condiviso che impegna a convocare nel breve periodo una seduta del Comitato di Igiene e Sicurezza con al centro il tema dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Il secondo punto è stabilire un piano organico di sicurezza del porto da effettuare nella prima riunione utile del comitato di gestione. In terzo luogo la convocazione da parte dell'Autorità portuale di una giornata dedicata agli Stati generali dell lavoro portuale allargata ai rappresentanti di istituzioni comunitarie, locali e al mondo dei lavoratori portuali che dovrebbe tenersi a gennaio.
Più tecnologie e ore di lavoro dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza
Due le parole d'ordine ribadite dai sindacati: prevenzione e controllo. Proprio su questo secondo tema Mauro Scongnamillo, segretario generale Fit Cisl Liguria spiega: "Servono maggiori investimenti per far si che le tutele nei confronti di chi lavora siano reali. Sappiamo che arrivare a zero infortuni è praticamente ma impossibile ma bisogna limitarli ed evitare che si verifichino altre tragedie come quella del Psa. Abbiamo chiesto di far crescere il numero dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e sono aumentati ma non sono aumentate le loro ore che sono ferme a 10 anni fa. Purtroppo quando chiediamo di investire in sicurezza troviamo un muro di gomma che non ci dà risposte". E ancora: "Serve una regia che parta da Genova ma coinvolga anche il Governo. Significa investimenti mirati con l'obiettivo di aumentare la sicurezza del lavoro in banchina, ricambio generazionale, formazione e ottenere dal Governo l'esigibilità di strumenti come il riconoscimento del lavoro usurante e gli incentivi all'esodo inseriti nel contratto nazionale di lavoro ma mai diventati operativi". Igor Magni, segretario generale della Camera del Lavoro Metropolitana di Genova aggiunge: "Parliamo tanto di tecnologie e di automazione, tutte queste possono essere fondamentali per arrivare a una maggiore sicurezza in porto. Serve uno sforzo in più. Il porto di Genova è già un modello per tutta l'Italia, ci sono accordi e dinamiche ma non è sufficiente. Servono misure piu stringenti. Sappiamo che c'è anche un tema di anzianità dei lavoratori che hanno difficoltà a svolgere lavori pesanti".
In porto a Genova 11 mila lavoratori
Questa mattina è terminato lo sciopero da parte dei lavoratori che per 24ore hanno bloccato l'accesso al varco Etiopia in segno di cordoglio e solidarietà verso i colleghi coinvolti nell'incidente. Sono circa 11mila le persone che lavorano entro i confini del porto, ricoprendo gli svariati mestieri nei molteplici settori. Salgono ad almeno 60mila le persone occupate nel territorio metropolitano di Genova in attività lavorative e professionali, pubbliche e private, direttamente o indirettamente collegate al porto di Genova. Pari a oltre il 15% di tutti gli occupati del territorio metropolitano.