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Porto e trasporti

La risposta della presidente della commissione Trasporti alla Camera. L'Italia è l'unico paese europeo ad aver dato una interpretazione 'severa' di una sentenza della Corte europea che rischia di penalizzare una fetta importante di settore
1 minuto e 12 secondi di lettura
di a.p.
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GENOVA - "Continuiamo a lavorare con il ministro degli Interni Lamorgese ma qualora non dovessero esserci passi in avanti inseriremo l'interpretazione all'interno del nuovo decreto infrastrutture. Tempi? imminenti" Così Raffaella Paita, presidente della commissione Trasporti alla Camera analizza la questione legata agli yacht in fuga dall'Italia a causa di una interpretazione che l'Italia ha dato a una sentenza della Corte Europea. Il tutto mentre altri gli Paesi europei hanno dato una interpretazione più soft alla decisione. 

Un caso sollevato dall'editore di Primocanale Maurizio Rossi che rimarca come molti proprietari di yacht a causa dell'interpretazione data dall'Italia stiano portando via le imbarcazione dai porti e porticcioli italiani con conseguente perdita di lavoro per una fetta di settore importante. Si calcola per l'intero comparto italiano un rischio di perdita di un miliardo di introiti (Leggi qui).

La presidente della Commissione Trasporti alla Camera nel corso di Terrazza Incontra, che ha rivissuto la storia degli ultimi 40 anni del porto di Genova attraverso le immagini dell'archivio storico di Primocanale (Guarda qui), ha ribadito la necessità di continuare a lavorare al fianco del governo per far cambiare l'interpretazione fin qui data. "La considero una stortura della burocrazia - ha spiegato Paita -. Non si capisce per quale motivo noi dobbiamo dare un'interpretazione diversa da quella data dagli altri Paesi condannando un intero settore con una interpretazione sbagliata. Prima però si lavora con il governo poi se non ci sarà risultato inseriremo l'interpretazione nel decreto Infrastrutture" conclude.

 

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