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Sanità

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di Tiziana Oberti
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I numeri del long covid fanno meno paura: uno studio americano che ha messo a confronto i dati dei pazienti di tutto il mondo conferma che ad avere i sintomi nel lungo periodo sono sempre meno persone. Ma le conseguenze del covid continuano a colpire, anche in Italia, differenziando tra chi ha sintomi subito dopo la malattia e per i primi mesi a seguire (il cosiddetto 'post covid') e chi invece fa parte della categoria del 'long covid', cioè chi i sintomi li ha costantemente anche un anno dopo aver contratto il virus. 

La ricerca è al lavoro in tutto il mondo per capire cosa succede al nostro corpo dopo il covid: sia nei casi di chi ha ancora sintomi nei primi mesi dopo la guarigione, sia per chi soffre del cosiddetto 'long covid', ovvero i casi in cui i sintomi persistono per oltre un anno. 
Una recente metanalisi ha analizzato i dati di oltre 100 studi che hanno correlato il long covid alla vaccinazione: le persone vaccinate con almeno due dosi avrebbero un rischio inferiore del 30 per cento di sviluppare il long covid. Come racconta a Primocanale Emanuele Pontali, direttore delle malattie infettive dell'ospedale Galliera di Genova, oggi anche in Liguria esistono centri specializzati con team di professionisti multidisciplinari per portare i pazienti del post e del long covid alla guarigione. 

"Ci sono danni diretti del virus - soprattutto nelle ondate iniziali - che creava danni a carico dell'olfatto con un deficit che si può sentire anche a distanza di un anno; ci sono danni ai polmoni con persistenza sia di sintomi sia di danni come cicatrici che si sostituiscono alt essuto polmonare sano", spiega il dottor Pontali. 

"Ci sono poi le forme più subdole con febbricole che vanno e vengono, disturbi di concentrazione, la cosiddetta brain fog da long covid", spiega ancora Pontali. 

 

 

 

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