GENOVA - Per la prima volta in Liguria è stata isolata la variante Kraken. I due casi sono stati individuati nel laboratorio di Igiene del Policlinico San Martino di Genova diretto dal professor Giancarlo Icardi.
Si tratta di due donne una di 67 genovese e una 34enne spezzina. La prima, positiva dal 31 gennaio, è una paziente ematologica con diverse commorbilità.
La variante Kraken si diffonde, "ma non ci sono prove su una sua particolare pericolosità rispetto ad altre". Lo ha stabilito uno studio condotto dall'Università di Sassari, l'Università Campus Bio-Medico di Roma, l'Università Sapienza di Roma e l'Instituto Oswaldo Cruz del Fundação Oswaldo Cruz di Rio de Janeiro. Non è quindi una minaccia per la salute pubblica e non ci sono elementi per una situazione di allarme, nonostante "l'analisi genetica e strutturale su XBB.1.5", la 'Kraken', "suggerisca che questa nuova variante presenti diverse mutazioni di interesse e caratteristiche che indicano capacità di 'fuga immunitaria'.
A spiegarlo a Primocanale è lo stesso Giancarlo Icardi, direttore del dipartimento di Igiene dell'università di Genova: "La variante di SARS-CoV-2 chiamata XBB.1.5 (soprannominata da alcuni “Kraken”) è stata identificata per la prima volta a ottobre 2022 a New York ed è tecnicamente il prodotto di una ricombinazione (un “ibrido”) tra due virus appartenenti al lignaggio BA.2, che è una propaggine di Omicron, comparsa all'inizio del 2022 - spiega Icardi -. La proteina spike del gruppo XBB presenta una serie di mutazioni che aumentano la capacità della variante di eludere ed evitare gli anticorpi prodotti dai vaccini. In particolare, la mutazione della proteina spike nota come F486P conferisce a XBB.1.5 un vantaggio significativo, aumentando l'infettività e mantenendo la capacità di eludere le difese umane".
"Negli Stati Uniti dai primi di dicembre ai primi di febbraio la prevalenza di XBB.1.5 è passata dal 2% al 66% ed è in aumento a livello globale. In Italia, secondo l’ultimo report ISS (Rapporto n. 28 del 3 febbraio 2023 - dati aggiornati al 30 gennaio 2023), il numero di sequenziamenti attribuibili a XBB.1.5, anche se in crescita, risulta tuttavia contenuto. La caratteristica principale di XBB.1.5 è la sua estrema trasmissibilità e velocità di diffusione. Inoltre, come le altre varianti appartenenti ad Omicron, ha un’ottima capacità di eludere il sistema immunitario, ovvero di causare infezione sia nei soggetti già precedentemente infettati naturalmente sia nei soggetti vaccinati".
"La forma clinica causata da XBB.1.5 non si discosta da Omicron e dalle sue “parenti” - continua il professore -: si tratta di forme respiratorie soprattutto a carico delle vie aeree superiori, con la potenzialità di aggredire anche bronchi e polmoni, sebbene in misura inferiore rispetto ai “progenitori” circolanti nel 2020 e 2021".
"Ma è importante sottolineare che, anche se la variante può, in una certa misura, eludere gli anticorpi conferiti dai vaccini o da una precedente infezione, non eluderà completamente il sistema immunitario, che è costituito da numerose componenti e “bracci armati” che si attivano in risposta ad uno stimolo nocivo, prima fra tutti l’immunità cellulare fornita dai linfociti T e NK. L’immunità cellulare aiuta a prevenire le malattie gravi: infatti al momento non ci sono prove che indichino che XBB.1.5 causi una malattia più o meno grave o sintomi diversi rispetto alle precedenti sottovarianti di Omicron".
Anche se l'immunità derivante da vaccini o da una precedente esposizione potrebbe non impedire alle persone di essere infettate più volte, aiuterà comunque a prevenire malattie gravi.
IL COMMENTO
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