L'escalation di violenze sui sanitari non risparmia soprattutto chi lavora nei reparti di psichiatria. Sono loro i più colpiti: a tracciare la fotografia è Gianluca Serafini Referente psichiatria DIAR neuroscienze di Alisa: "La morte della collega pisana ci lascia sgomenti, siamo tutti colpiti dalla tragedia. Abbiamo un incremento degli episodi di violenza, come raccontano i dati Assomed Anaao. Nel 34 per cento dei casi gli episodi di violenza sono rivolti a colleghi psichiatri. E' un fenomeno che va messo sotto le lenti di ingrandimento, bisogna che se ne prenda coscienza e bisogna calarsi all'interno di queste situazioni. La psichiatria purtroppo è al centro negli ultimi anni di queste situazioni tragiche".
Se qualcosa è cambiato dopo il covid, di certo è il numero di casi, come spiega Serafini, ma la situazione era già chiara prima: "La pandemia ha fatto da detonatore di tutta una serie di situazioni che erano già in essere. Noi già vedevamo prima una maggiore precocità nell'insorgenza di una serie di situazioni psicopatologiche. Basta guardare i giovani e l'aumento del consumo di sostanze. E poi bisogna che vi sia un investimento in questo settore e una programmazione seria in termini di politiche sanitarie. I tagli non hanno permesso di sviluppare strutture idonee e numero di operatori congrui. Il raptus di follia non esiste: sia o sempre di fronte a percorsi di sofferenza che non sono stati intercettati in maniera precoce", conclude il direttore.