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Sanità

Lo studio della società scientifica della medicina interna
1 minuto e 36 secondi di lettura
di Tiziana Oberti
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GENOVA - "Il 67% dei medici internisti liguri ha pensato di licenziarsi nell'ultimo anno, un dato peggiore rispetto alla media nazionale". A raccontare a Primocanale il dato ligure dell'indagine della società scientifica della medicina interna è Elena Barbagelata presidente FADOI Liguria.

In totale a dichiararsi in 'burnout' a livello nazionale è il 49,6% di chi lavora nelle medicine interne:  il 52% quando si parla di medici, il 45% nel caso degli infermieri. I dati liguri sono poco superiori ma in linea con quelli nazionali ossia il 54% del totale. Una discriminante per la Liguria è l'età perchè anche il personale sanitario, come la popolazione, è più vecchio ma non è la sola spiega Barbagelata.

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"Per burnout si intende uno stato, una condizione psicofisica di danno alla propria salute legata alla realtà lavorativa che si vive - spiega Barbagelata - l'indagine della federazione dei dirigenti ospedalieri internisti, ha coinvolto più di 2000 operatori tra medici e infermieri che lavorano nelle medicina interne. I dati sono preoccupanti perché ben il 60% dei medici intervistati e circa il 45% degli infermieri ha risposto di avere il burnout".


"Noi soffriamo purtroppo di una grave carenza di organico che si è aggravata negli ultimi anni con la pandemia e questo porta dei carichi di lavoro più stressanti, più pesanti e quindi sentimenti di inadeguatezza lavorativa che colpiscono in modo importante".

"Sono necessarie degli interventi immediati di riorganizzazione delle realtà ospedaliere, perché questo disagio e questo rischio di peggiorare la salute dell'operatore si ripercuote poi anche sul rischio di far aumentare l'errore sanitario perché un medico o un operatore che lavora più stanco, più stressato è a maggior rischio di commettere degli errori, degli errori sanitari - conclude Barbagelata - serve una ridistribuzione delle risorse: bisogna assumere nuovo personale giovane e motivato, ma anche un riconoscimento del nostro lavoro anche dal punto di vista assistenziale e in questo mi riferisco per lo più agli infermieri.

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