GENOVA - "Con il trapianto si inizia una nuova vita, si hanno prospettive diverse e ti rendi conto della fortuna che hai avuto". Così Paola Barabino ha raccontato durante l'ultima puntata di 'People' cosa ha rappresentato il trapianto di fegato che ha subito sette anni fa.
"All'inizio i medici pensavano di riuscire a tenere sotto controllo i miei problemi senza il trapianto ma poi non è stato più possibile - racconta - io avevo paura, ma mi sono fidata dei medici; per quella che è stata la mia esperienza è fondamentale credere molto nel trapianto da un punto di vista psicologico".
"Io ogni giorno so che sto vivendo anche per un'altra persona, il mio donatore, senza di lui io oggi non sarei qui prosegue commossa Paola - io ogni giorno lo ringrazio e cerco di vivere anche per lui".
"Il mio appello alla donazione è perchè il donare non si fermi solo al presente - conclude - significa lasciare qualcosa di te quando non ci sei più che continuerà ad esistere".
In questo momento sono una ventina i liguri in lista d'attesa per un trapianto di fegato, l'attesa varia in base al gruppo sanguigno, in media si attende tra i 6 e i 12 mesi.
L’Italia si conferma come il Paese che realizza il maggior numero assoluto di trapianti di fegato in tutta Europa. Con un trend in costante aumento: dai 7-800 dei primi anni 2000 agli oltre 1.200 del 2019, con l’inevitabile, anche se contenuta, flessione del 2020 a causa della pandemia. Ma non basta.
Fondamentale è dare in anticipo il proprio consenso che si può formalizzare in diversi modi: al distretto Asl di appartenenza, iscrivendosi all’associazione italiana donatori organi Aido, on-line e all’anagrafe comunale al momento del rinnovo della carta d’identità.
E' solo del 55,3% la percentuale degli italiani che hanno espresso la propria volontà sulla donazione degli organi per un trapianto. Il dato emerge da una ricerca, promossa dal Centro Nazionale Trapianti in collaborazione con l'Università di Padova.
IL COMMENTO
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