Dopo il fine settimana record per il numero di trapianti effettuati al San Martino di Genova - sette in poche ore (LEGGI QUI) - l'appello arriva dal professor Alessandro Bonsignore, coordinatore del centro regionale trapianti: è fondamentale dare il consenso alla donazione, "aderire infatti è dare speranza a noi stessi e agli altri di avere una seconda chance".
Ma cosa si può fare per acconsentire alla donazione degli organi? "Il passaggio a cui tutti in qualche modo siamo sottoposti è il momento del rinnovo della carta d'identità in cui ci viene chiesto se vogliamo essere inseriti nel sistema informativo trapianti e risultare nel database come possibili donatori", spiega a Primocanale il professor Bonsignore. "Se non abbiamo fatto questo, o se non ci siamo pronunciati, possiamo farlo in qualsiasi momento attraverso l'iscrizione ad Aido, Associazione italiana donatori organi, o banalmente tenendo traccia nel nostro portafoglio con un cartellino in cui c'è scritto che siamo disponibili alla donazione. Oppure parlandone in famiglia: se non c'è una presa di posizione manifesta, si vanno a interrogare i parenti più prossimi e dunque se ne avevamo parlato in famiglia dando una indicazione di un certo tipo (anche senza nulla di scritto) la famiglia potrà riferire quella che era la nostra volontà".
E' un gesto fondamentale, di estrema solidarietà, "è il più bello che si può fare ma dobbiamo ricordare tutti che i primi beneficiari siamo noi stessi, la probabilità nel corso della vita di dover ricorrere alla sostituzione di un organo e quindi al trapianto sono molto più alte rispetto alla probabilità di trovarci purtroppo nella condizione di essere noi i donatori. E' una idea di condivisione sociale a un principio che è uno dei più belli che possano essere fatti nella nostra vita".
Conclude Bonsignore: "L'appello è a tutti di aderire e dare speranza agli altri e a noi stessi di avere una seconda chance se dovessimo trovarci in situazioni di salute compromessa.