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Sanità

2 minuti e 12 secondi di lettura
di a.p.

La Corte dei conti ha segnalato la presenza di 590 bancali di presidi sanitari "lasciati dall'Azienda ligure sanitaria (Alisa) in un magazzino privato pagato con risorse pubbliche e mai ritirati dalle Asl liguri". Lo denuncia il senatore del M5S Luca Pirondini commentando il faro acceso dalla Corte dei conti sui bancali di materiale sanitario abbandonato scoperti in un magazzino privato a Genova.

Pirondini (M5s): "Auspichiamo che il materiale non ancora scaduto venga subito ritirato dalle Asl e usato"

Pirondini aggiunge: "Immaginiamo che le aziende sanitarie liguri ne avessero bisogno come l'aria che respiriamo visto che si tratta di acquisti fatti a partire dal 2020, cioè quando eravamo in piena emergenza pandemica - sostiene il senatore del M5S -. È un fatto grave e uno sperpero di soldi che testimonia l'incapacità di chi governa la Regione e la sanità ligure. Auspichiamo che il materiale non ancora scaduto venga subito ritirato dalle Asl e usato, sempre che ancora serva" con Pirondini che parla di "ennesimo spreco da parte del centrodestra".

La replica di Alisa

A stretto giro è arrivata la replica di Alisa. "Va rimarcato che il magazzino è stato di fondamentale importanza durante il periodo più critico della pandemia e, anche negli anni successivi, è stato un punto di riferimento logistico strategico per distribuire mascherine e dispositivi a enti, istituzioni, associazioni e Onlus. Basti pensare che per due anni ogni settimana tre tir carichi di mascherine, guanti, visiere, tute, camici materiale per i test molecolari transitavano dal magazzino per rifornire la sanità ligure. I dispositivi, peraltro, costituivano parte di quanto previsto dal piano pandemico.

Come si evince da quanto riportato dalla Corte dei Conti, il tema del materiale che si trova nei magazzini è da tempo all’attenzione di Alisa che si era fatta carico della non facile gestione dei dispositivi, a partire dalle mascherine. Va detto che, dopo il picco pandemico, le ASL non erano più interessate a quei prodotti e, infatti, nonostante i numerosi solleciti, gran parte del materiale non è più stato ritirato" si legge in una nota.

"Alla luce di tutto questo - spiega Filippo Ansaldi Direttore Generale di Alisa - sono comunque in corso le azioni per contenere i costi del magazzino, attraverso lo smaltimento dei dispositivi non più utilizzabili e richiamando le aziende sanitarie affinché provvedano al ritiro di quelli ancora disponibili. Valutazioni sono infine in corso per un utilizzo centralizzato del magazzino, nell’ottica di quanto previsto dal PANFLU (piano pandemico influenzale) che garantirebbe un ulteriore contenimento dei costi per il sistema".

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