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Sanità

Sembra come nel 2020 - dice Bassetti - quando l'Italia è stata riaperta e i ragazzi sono rimasti in dad
1 minuto e 18 secondi di lettura
di Tiziana Oberti

Dal primo maggio decade l'obbligo di indossare le mascherine al chiuso, che si manterranno invece in diverse situazioni considerate a rischio tra cui i bus, i cinema, gli ospedali e le scuole.

"Non si poteva che fare così, sennò saremmo rimasti a livello europeo uno dei pochi Paesi con l'obbligo mascherina", commenta l'infettivologo Matteo Bassetti a Primocanale. "Ma dal primo maggio in realtà non succederà nulla - continua Bassetti - chi è più fragile è giusto che continui a usare la mascherine a prescindere dal fatto che ci sia o meno l'obbligo. Per gli altri, se ci sentiamo più sicuri di utilizzare la mascherina lo faremo. Gli italiani hanno dimostrato di essere molto bravi, il 92 per cento si è vaccinato".

Per il direttore DIAR malattie infettive di Regione Liguria è a scuola che non ha senso continuare a mantenere l'obbligo di mascherine: "Il decreto va bene ma fino a un certo punto: per quanto riguarda per esempio l'obbligo a scuola mi ricorda il provvedimento del 2020 quando all'apertura del Paese nel maggio si decise comunque di tenere gli studenti in dad perché tanto la scuola sarebbe finita dopo un mese e mezzo".

Continua Bassetti: "La mascherina a scuola è sbagliata perché i ragazzi un minuto prima di entrare in classe non la mettono, un minuto dopo nemmeno. A merenda la tolgono, che senso ha tenere i ragazzi sul posto in classe per 5 ore con mascherina?".

D'altronde, l'andamento del covid del nostro Paese lo dimostra: "Siamo tra i Paesi europei con il più alto numero di contagi nonostante abbiamo da due anni l'obbligo di mascherina", commenta Bassetti.

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