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Il “custode” della società blucerchiata ha precisato di poter vendere il club “indipendentemente dalla volontà della famiglia Ferrero”
3 minuti e 0 secondi di lettura
di Maurizio Michieli
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“Il trust Rosan è stato costituito circa un anno e mezzo fa per segregare la partecipazione di U.C. Sampdoria spa attraverso il controllo delle azioni della stessa e la segregazione serve a costituire una garanzia nei concordati del gruppo Ferrero. Nei due concordati di Farvem e Eleven sono state promesse delle somme a vario titolo che dovrebbero essere versate, ove i due concordati fossero omologati dal Tribunale, entro trenta mesi dalla data dell'omologa. Se i concordati non venissero omologati, la situazione cambierebbe, nel senso che il trustee (ovvero colui che gestisce i beni conferiti nel trust, n.d.r.) non avrebbe più l'obbligo di vendita dell'asset pregiato, ovvero la Sampdoria”. Lo ha spiegato a Primocanale il dottore commercialista Gianluca Vidal, il trustee (potremmo definirlo il custode unico) del trust Rosan che ingloba la società blucerchiata.

Il 15 dicembre è prevista l'adunata dei creditori in merito ai concordati in oggetto e l'ipotesi che, dopo l'arresto di Massimo Ferrero e l'emersione dell'inchiesta portata avanti dalla Procura di Paola su altre aziende della cosiddetta “galassia Ferrero”, i concordati possano essere respinti è concreta. In tal caso quale sarebbe il destino del trust e di conseguenza della Sampdoria?Il trust non si scioglierebbe – ha spiegato Vidal a Primocanale - perché il trustee, se i concordati non fossero appunto approvati, potrebbe proporre nei tempi di legge un concordato fallimentare per la chiusura del fallimento. In sintesi, se il concordato è omologato il trust ha l'obbligo di vendere la Sampdoria entro trenta mesi, o meglio di perfezionare la vendita entro trenta mesi. Nel caso in cui, invece, non ci fosse l'omologa, il trustee non avrebbe quest'obbligo ma avrebbe la facoltà di vendere comunque la Sampdoria per perfezionare dei concordati fallimentari”.

Secondo Vidal, non esiste il rischio che l'inchiesta di Paola possa estendersi anche alla Sampdoria, ecco perché: “Sampdoria è un bene di pregio, le cui azioni hanno un valore e sono detenute dalla Sport Spettacolo Holding a monte della quale c'è il trust Rosan, che non è e non potrà mai essere considerato una distrazione di fondi, perché è solo una segregazione. Tiene i soldi in un fondo vincolato e dopodiché li distribuirà per quanto ha promesso da una parte ovvero per quanto dovrà reintegrare le varie azioni che dovranno essere compiute. Non ho intestato quote, si fa per dire, ad una società cinese che vende e poi i soldi finiscono da un'altra parte. Se l'autorità giudiziaria ritenesse di avere qualcosa da vantare, andrà semmai a rivalersi sulle somme. Ma ad oggi non vedo l'esistenza di prerogative, anche se non conosco la vicenda di Paola. Il trust tra i suoi scopi aveva anche quello di pagare le azioni civili dei fallimenti di Paola, così come gli altri. Il trust è stato fatto prima di questo. Non c'è il rischio di perdere qualcosa per strada, la somme restano vincolate”.

Vidal a Primocanale ha anche spiegato di avere la facoltà di poter gestire il destino della società blucerchiata indipendentemente dalla volontà dei proprietari, ovvero la famiglia Ferrero. “La Sampdoria è un asset – ha concluso Vidal - con somme vincolate in una banca depositaria. Se ci sono soggetti interessati non speculatori, che vogliono subentrare e dare continuità aziendale, la società può essere ceduta e non c'è alcun rischio di revocatoria, proprio per la segregazione in atto. Cercherò di fare un tender ordinario con soggetti internazionali e soggetti quotati attraverso una procedura trasparente e riservata, elemento fondamentale. Un trust in cui il disponente (in questo caso Ferrero, n.d.r.) possa decidere che una cosa accada o non accada non è un trust, che è un soggetto autonomo che può procedere secondo canoni di correttezza e trasparenza senza autorizzazioni della parte disponente”.

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