Politica

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"Ho bisogno dell’aiuto di tutti per capire e chiarire cosa stia accadendo. Le accuse sono forti ed altrettanto forte è l’urlo di dolore che vorrei lanciare. Non so ancora come ed in quanto tempo, ma voglio provare umilmente a chiarire la mia posizione di persona onestà e vicina solo alla legalità, non certo alla criminalità organizzata".

Lo dice l'ex direttore Marco Prestileo che si lancia in un lungo sfogo. "Credo che ci siano dei grossi equivoci e che le pesantissime accuse anticipate dai giornali possano essere chiarite. Non discuto sull’esistenza della criminalità organizzata o meno, sono dalla parte di coloro che vogliono vedere andare in galera chi delinque, dalla parte della legge ed è proprio per questo che chiedo giustizia, rispetto della dignità umana, rispetto della possibilità di difendere le proprie azioni. Non penso solo a me, ma soprattutto alle persone a me care e vicine. "     
" Non conosco le circostanze, non conoscendo gli atti delle indagini effettuate, che hanno indotto a ritenere che io possa avere delle “frequentazioni” con mafiosi. E’ assurdo, non comprendo cosa stia accadendo, dove possa aver sbagliato, cosa sia effettivamente successo. Cosa vuol dire frequentazioni? chi sono questi mafiosi che frequenterei? Ho parlato, incontrato qualcuno  che viene individuato dagli investigatori come mafioso? Può essere successo solo a mia insaputa, come potrebbe succedere a chiunque abbia frequenti incontri con persone diverse e che non conosce bene. Chiedo di essere aiutato, di saperne di più.  Incontro tante persone e molte si rivolgono a me alla ricerca di aiuto o di consigli professionali. Ma nessuno ha scritto in fronte mafioso oppure persona per bene. Appena ne avrò la possibilità, sono certo di poter chiarire tutto, oggi non posso far altro che subire la vergogna, il dolore , la delusione ed amarezza , per aver dato tanto nello svolgere al meglio le mie funzioni pubbliche e professionali, con dedizione ed onestà , con sacrificio ed amore per una città che è cambiata in meglio. Combatterò sino alla fine per far prevalere la verità, non è giusto offendere così una persona onestà."
" Non mi quadrano troppe circostanze, mi chiedo se possono esserci stati degli errori grossolani nella ricostruzione a posteriori ed unilaterale dell’intera vicenda. Perché non escono i nomi di chi ha sparato alla mia macchina? Fatto gravissimo che ho subito denunciato, senza avere ad oggi ancora nessuna risposta. Spero ancora oggi nel lavoro degli investigatori, spero che non si fermino alle prime conclusioni, troppo facili, ma che abbiano la volontà e possibilità di approfondire per cercare la verità e i veri responsabili. Ci possono essere stati molti delatori sino ad oggi, molte persone invidiose, molte persone da me non favorite come avrebbero voluto, alcuni colleghi di lavoro, vigliacchi, che per scaricare le loro responsabilità le hanno addebitate ad altri."  
"Tutte le mie colpe sembra nascano dai lavori affidati alla Cooperativa Marvon dalla Civitas, traccia anch’essa troppe facile da seguire, e molto suggestiva. Cooperativa che sembra aver avuto soci occulti, ripeto occulti, vicino alla criminalità organizzata. "
Non è mai stato un segreto che avevo seguito professionalmente la costituzione della Marvon. Era sufficiente verificare al Registro delle Imprese ed in ogni registro pubblico competente, sia in Prefettura che in Regione, per acquisire il dato che il mio studio si è occupato, alla luce del sole, della costituzione della Cooperativa sociale MARVON a cavallo tra il 2005 e gennaio 2006; ben due anni prima che fossi nominato direttore generale del Comune di Ventimiglia. Non ho mai avuto motivo di nascondere detta mia attività professionale, ero presente, come commercialista, davanti al Notaio all’atto della costituzione e sono sempre stato fiero di aver svolto gratuitamente detta attività professionale, come tante altre volte, nel settore sociale e per dare nuove opportunità di lavoro nello spirito della legge nazionale e regionale del settore; ho costituito tante altre cooperative e società nella mia vita professionale, oltre cento. La prima volta che i carabinieri di Imperia sono venuti in Comune per acquisire documenti, ho detto io al capitano se sapeva che avevo costituito la MARVON, come altre cooperative che operavano per il Comune. Ho sempre creduto molto nelle istituzioni e nel paese di diritto che è l’Italia, non voglio cambiare idea. "
"Il paradosso -conclude Prestileo -  è che per lo Stato italiano la Marvon, sulla base delle leggi antimafia, dalle certificazioni a suo tempo richieste, risultava essere in regola, pulita, senza nessun sospetto. Era una cooperativa regolarmente iscritta ai registri prefettizi, regionali e nazionali, verificabile attraverso i certificati della Camera di  Commercio. Quindi attraverso gli organi statali preposti si diceva che andava tutto bene e che poteva ricevere appalti. Ed io cosa dovevo fare? violare la legge? non dare i lavori che si aggiudicava regolarmente? Ma è pazzesco, come mai succede tutto questo?"