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Alla vigilia sembrava potesse bastare, dopo il vantaggio poteva sembrare stretto, alla fine, complici gli altri risultati, il pari di Novara fa scivolare il Genoa a meno quattro dalla zona retrocessione e crea pressione su un gruppo non abituato a lottare.

E così l’immagine simbolo della partita del Piola arriva subito dopo il triplice fischio di Rocchi. Tutta la squadra, e non solo i leader, sotto la curva ospiti dove i 1.500 tifosi arrivati da Genova hanno chiesto di dare tutto da qui alla fine. Il Malesani bis cambia di poco le carte in tavola. Anzi. Viene accordata fiducia a Veloso nonostante Kucka sia tornato disponibile. Il Novara parte forte e per cinque minuti tiene nella sua metà campo il Genoa, ma all 8’ alla prima occasione dalle parti di Fontana che sostituisce Ujkani infortunato, i rossoblu passano sull’asse Veloso-Sculli-Moretti. E’ Palacio che conclude, ma Rossi devia in maniera forse determinante. Il Genoa può gestire, ma rischia su un offside sbagliato con Frey che chiude sull’ex Caracciolo. A metà primo tempo Veloso comincia a dare segni di cedimento tra palle perse e appoggi sbagliati.

Sculli è invece incontenibile, bravo a fare le due fasi. Palacio appare in vena. Il Novara ci prova con Gemiti e con Jeda, ma nel finale di tempo proprio la treccia argentina non ci arriva per un soffio su assist del solito Sculli. Il Genoa può chiudere il match se accelera a centrocampo. Ma nella ripresa si rivede ancora Veloso o meglio il suo fantasma.

Ed è notte fonda. Malesani sorprendentemente toglie quasi subito Sculli per Jankovic che si rivelerà impalpabile. E comincia l’assedio del Novara. Sembra sterile, ma la squadra rossoblu non sa ripartire e valorizzare Palacio e un Gilardino ancora indietro nella condizione. Sulle fasce non si lavora e quando Mesto ci prova sbaglia . E così Tesser ci crede e butta dentro anche Mascara. E’ proprio l’ex catanese a pareggiare. Jankovic non contrasta Gemiti che crossa dalla sinistra. Frey respinge, Veloso è fuori tempo su Mascara che dalla distanza segna. 1-1.

Subito dopo i rossoblù hanno un sussulto con Palacio che colpisce l’incrocio dei pali. Ma è una flebile luce nel buio più totale di una squadra rintanata e senza identità. Il Novara ci prova ancora con Rigoni, poi sterile offensiva con quattro attaccanti.

Nel finale Moretti lascia per un fastidio al ginocchio al sul posto si rivede Bovo ed ecco finalmente Kucka al posto di Veloso. Al 44’ Caracciolo perde la testa e falcia da dietro un Biondini ultimo ad arrendersi. Rosso diretto. Ma nemmeno nei cinque minuti di recupero in superiorità numerica il Genoa reagisce.

La vittoria è diventato un miraggio distante due mesi e due giorni. Ma col Cesena deve materializzarsi