Sport

1 minuto e 8 secondi di lettura
Tra venerdì e sabato il quadro potrebbe essere definitivamente chiarito. La relazione della Digos sui fatti di Genoa-Siena dovrebbe finire sul tavolo della Procura della Repubblica di Genova e a quel punto potrebbero scattare nuovi provvedimenti dopo i primi 15 Daspo, divieto di partecipazione alle manifestazioni sportive già notificati ad altrettanti ultrà rossoblù.
 
Nessun arresto per ora anche perchè nelle 36 ore successive ai fatti non è stato possibile riconoscere chi aveva lanciato i petardi in campo. E quindi la polizia non ha effettuato il cosiddetto fermo in differita come prevede la legge per questi reati. 

Il lavoro di identificazione e di accertamento delle responsabilità ovviamente prosegue non solo per chi con il lancio di pericolosi fuochi d'artificio ha messo a rischio l'incolumità dei calciatori, ma anche chi ha messo in atto il ricatto delle maglie, chi ha superato le barriere contribuendo in maniera determinante a convincere l'arbitro Tagliavento a sospendere la gara.
 
Oltre alle immagini delle pay tv si stanno analizzando quelle della sala sicurezza del Ferraris.

Per avere un quadro completo la Digos ha anche sentito alcuni tesserati rossoblù dal capitano Marco Rossi al terzino Giandomenico Mesto fino al direttore sportivo Stefano Capozzucca.

Ma la Procura vuole anche approfondire il comportamento assunto dagli steward che, secondo la nuova legge, hanno il compito della sorveglianza dello stadio.