
Le immagini delle telecamere di sicurezza di Pietra Ligure, almeno di quelle della zona dove si trova la scuola guida nella quale sarebbe entrata una donna somigliante a Roberta Ragusa, sono state acquisite dai carabinieri di Pisa che le stanno visionando in questi giorni. Al vaglio dei militari ci sono ovviamente ore e giorni di registrazioni da visionare nella speranza di trovare un frame attraverso il quale poter riconoscere il volto della donna avvistata nell'agenzia di pratiche auto il 27 aprile scorso e poterlo mostrare al marito Antonio Logli per sottoporlo a un eventuale riconoscimento.
La scuola guida, secondo quanto si è appreso, si troverebbe sul lungomare della località rivierasca e la titolare è stata già ascoltata e presa a verbale due volte dai carabinieri: prima dai militari della locale stazione e dagli investigatori pisani. La donna ha riconosciuto nelle fotografie mostratele Roberta Ragusa, anche se gli sarebbe sembrata, soprattutto in volto, smagrita rispetto alle foto in possesso degli inquirenti.
Intanto, nel Pisano proseguono le battute di ricerca coordinate dai carabinieri. Oggi agli uomini del comando provinciale di Pisa si sono uniti anche i colleghi del Tuscania.Sono state perlustrate, alla ricerca di un corpo, soprattutto le aree pedemontane nei pressi dell'abitazione della donna scomparsa, ma non sono stati fatti ritrovamenti utili alle indagini.
Sul fronte investigativo, invece, esce definitivamente di scena Antonio Fusi, il 62enne di Pontedera che aveva detto di avere dato un passaggio, la notte della sua scomparsa, a una donna somigliante a Roberta Ragusa: il dna ricavato dalle tracce biologiche repertate dai Ris a bordo della sua auto è stato comparato con quello della donna pisana e ha dato esito negativo. L'imprenditrice dunque non è mai salita su quella macchina e nelle prossime settimane il carteggio relativo a Fusi, indagato per omicidio volontario proprio per consentire gli esami scientifici, sarà inviato al gip con la richiesta di archiviazione della sua posizione
L'unico indagato resta dunque il marito Antonio Logli, anche lui solo per un fatto tecnico, ovvero consentire l'accesso degli esperti dei Ris alle proprietà di famiglia ed effettuare i cosiddetti accertamenti irripetibili.
IL COMMENTO
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