
La scure si dovrebbe abbattere per l'esattezza su 295: 37 tribunali, 38 procure e 220 sezioni distaccate. E a pagare lo scotto più pesante sarebbe il Piemonte , che dovrebbe riunciare ai tribunali di Alba, Casale Monferrato, Pinerolo, Saluzzo, Tortona, Acqui Terme e, forse, anche Mondovì. Meno cinque tribunali per la Sicilia (Nicosia, Caltagirone, Modica, Mistretta e Sciacca); quattro soppressi in Abruzzo, che dovrebbe rinunciare a quelli di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto, e altrettanti in Calabria: Castrovillari, Lamezia Terme, Rossano Calabro e Paola. Tre in meno in Campania (Ariano Irpino, Sant'Angelo dei Lombardi e Sala Consilina) e in Lombardia (Crema, Vigevano e Voghera) e in Calabria; due in Liguria (Chiavari e Sanremo), altrettanti nelle Marche (Camerino e Urbino) e uno ciascuno in Toscana (Montepulciano), Friuli (Tolmezzo), Veneto (Bassano del Grappa), Umbria (Orvieto), Lazio (Cassino), Puglia (Lucera) e Basilicata (Melfi). L'obiettivo di questa operazione è l'efficienza.
Il risparmio previsto, dal 2012 al 2014, è di 50 milioni di euro. Nessuna contrazione degli organici, né per i magistrati, né per il personale amministrativo, che sarebbe tutto utilizzato dagli uffici accorpati. Il processo sarà comunque graduale: nessuna chiusura immediata, per dare il tempo necessario agli uffici giudiziari per organizzarsi. Contestano i tagli dei tribunali gli avvocati e i sindacati del personale amministrativo.
I legali hanno attuato ieri uno sciopero contro "l'incostituzionale e inutile chiusura di circa 1000 uffici giudiziari", una cifra a cui arrivano sommando le sedi dei giudici di pace soppresse. Mentre oggi a protestare sarà il personale amministrativo, per iniziativa dei sindacati confederali del comparto, con presidi davanti alle Corti d'appello e davanti al ministero della Giustizia.
IL COMMENTO
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