P iù che una riorganizzazione sembra un bollettino di guerra. Le notizie che si susseguono sui tagli che colpiranno la sanità ligure per effetto della spending review stanno polverizzando il servizio pubblico regionale.
Nessuna asl è immune: il personale e i dirigenti che vanno in pensione non vengono sostituiti, le risorse diminuiscono, mentre le soppressioni dei posti letto saranno più di ottocento in totale, di cui 430 negli ospedali genovesi.
Le aziende liguri (le cinque asl più San Martino-Ist, Gaslini, Galliera e Evangelico) hanno presentato all’assessore alla Salute Claudio Montaldo i propri programmi di tagli e risparmi.
Nell’area genovese, ad esempio, fra le strutture più colpite ci sarà il Galliera, che dopo la chiusura estiva non riaprirà un reparto di chirurgia generale e dovrà dire addio a un totale di 88 posti letto, di cui 22 verranno convertiti in posti di riabilitazione. Ma tutti gli ospedali del capoluogo verranno in qualche modo ridimensionati senza – di fatto – badare alle reali necessità dei cittadini.
Non andrà meglio nel savonese, dove anche in tempi così difficili si continuano a dispensare favori ai privati danneggiando il pubblico. Nell’asl 2, infatti, si dovranno tagliare 125 posti letto con gli ospedali di Cairo e Albenga retrocessi da pronto soccorso a centri di primo soccorso.
Albenga si concentrerà in particolare sulla chirurgia protesica: una scelta che favorirà ancora di più la società privata (il Gruppo Sanità Ligure) che già oggi gestisce con un appalto milionario (6,5 all’anno per nove anni) un intero piano dell’ospedale. Non solo, così facendo verrà ulteriormente depotenziato il Santo Corona, un centro di eccellenza prima della concorrenza della vicina struttura di Albenga.
Insomma i programmi per il futuro dell’ospedale inaugurato nel 2008 sembrano ritagliati apposta sugli interessi dei privati.
Altrettanto preoccupanti sono le scelte che riguardano Cairo Montenotte. Il Pronto soccorso verrà chiuso e rimarranno praticamente solo i servizi ambulatoriali e di diagnostica. È un errore grave, che abbandona tutto un territorio e lo priva di un’adeguata assistenza sanitaria. Punti di riferimento rimarranno Savona e Pietra Ligure, a decine di chilometri di distanza.
La situazione è quindi critica. Con la scusa della spending review si colpiscono direttamente i cittadini, smantellando il servizio pubblico, ma si continuano a fare grossi favori ai privati che, ancora una volta, fanno grandi affari con la sanità ligure.
*Consigliere regionale Federazione delle Sinistre
Politica
Affari privati, disagi pubblici
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