
La gravità dell’episodio, secondo i giudici della Cassazione, “sta nel fatto che le violenze […] si sono scatenate contro persone all’evidenza inermi, alcune dormienti, altre già in atteggiamento di sottomissione con le mani alzate”. “Tutta l'operazione si è caratterizzata per il sistematico e ingiustificato uso della forza da parte di tutti gli operatori che hanno fatto irruzione nella scuola Diaz e la mancata indicazione, per via gerarchica (da Canterini a Fournier e da questi ai capi squadra, fino agli operatori), di ordini cui attenersi”, scrivo ancora i magistrati.
Per quanto riguarda la conferma delle condanne che hanno portato alla "decapitazione" dei vertici della polizia,la Cassazione rileva che l'ex capo dello Sco, Gilberto Caldarozzi, "era consapevole della falsità del rinvenimento delle molotov perché, per sua affermazione, era entrato nella scuola e si era quindi potuto rendere conto che nelle aree comuni non vi era nulla del genere".
Su Francesco Gratteri, i supremi giudici negano che sia stato condannato "sulla base di un apodittico 'non poteva non sapere' riferito ad una responsabilità da posizione di comando, bensì sulla base di specifici elementi concreti a suo carico, tutti ben delineati". Gratteri "ha dato impulso - spiega la Cassazione - "alla scellerata operazione mistificatoria" ed è stata "la figura apicale di riferimento per gli appartenenti alle squadre mobili" svolgendo un "ruolo centrale in questa vicenda processuale".
Oltre alla "partecipazione diretta ed attiva per tutta la durata dell'operazione Diaz", la Cassazione gli contesta la richiesta a Canterini "di redigere la relazione al questore" ed alla "richiesta di certificati medici "attestati le lesioni subite dagli agenti, per suffragare il giudizio contenuto nella comunicazione della notizia di reato (la cui falsità è accertata) sulla proporzione tra forza usata e violenza e resistenza incontrata".
Sia Gratteri che Caldarozzi, ricorda la Cassazione, videro il corpo "esanime in terra" del giornalista inglese Mark Covell. E a un ufficiale dei carabinieri che glielo mostrava Caldarozzi disse di continuare a svolgere il suo lavoro.
Lo scorso 5 luglio la sentenza della Cassazione aveva convalidato la condanna a 4 anni per Francesco Gratteri, allora capo del dipartimento centrale anticrimine della Polizia; convalidati anche i 4 anni per Giovanni Luperi, vicedirettore Ucigos ai tempi del G8, oggi capo del reparto analisi dell'Aisi. Tre anni e 8 mesi a Gilberto Caldarozzi, attuale capo servizio centrale operativo. Convalidata anche la condanna a 5 anni per Vincenzo Canterini, ex dirigente del reparto mobile di Roma.
IL COMMENTO
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