
Tra i 17 indagati, tre funzionari della Provincia e uno del comune; l’accusa per tutti è di inondazione colposa.
L'indagine della procura, che inizialmente aveva visto 24 indagati,è stata condotta dai magistrati Vincenzo Scolastico e Francesco Pinto.
Secondo gli investigatori, i funzionari indagati avrebbero accettato che le aziende concessionarie di spazi a ridosso dei torrenti straripati il 4 ottobre 2010 anziché metterli in sicurezza, come imponeva la legge, ottenessero il rinnovo delle concessioni pagando soltanto una sorta di sanzione.
Gli altri 13 indagati sono i legali rappresentanti e presidenti di aziende concessionarie e frontiste del torrente Chiaravagna. Tutti, secondo l'accusa, non avrebbero provveduto a "una costante, periodica e adeguata manutenzione del tratto di competenza del torrente, e segnatamente avendo omesso di asportare dal greto del corso d'acqua il materiale del sovralluvionamento e la vegetazione infestante che, ingombrando l'alveo, riducevano la capacità di deflusso della corrente e la capacità idraulica delle opere strutturali".
IL COMMENTO
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