La catastrofe dell’Ilva è una vicenda senza precedenti nella storia dell’industria europea e è la più chiara dimostrazione degli errori degli ultimi dieci anni di politica italiana. Soprattutto di politica industriale. Mentre in tutto gli altri paesi europei produttori di acciaio e in particolare la Germania sono stati realizzati impianti siderurgici compatibili e questo è stato possibile con un decisivo impegno dei governi conservatori e progressisti e con un enorme impegni finanziario degli industriali privati, in Italia si è andati avanti concedendo tutto a un unico produttore, senza che i governi e i ministri dell’Industria aprissero bocca. Questa è insipienza se non connivenza.
Il governo del professor Monti non ha fatto niente di più, abbandonando un progetto di politica industriale, privilegiando solo strategie finanziarie che stanno dimostrando come questo povero Paese stia precipitando a ruolo di ex area industriale dell’Europa.
Il governo è stato latitante, inerme e inerte. Il risultato è questo intervento a gamba tesa della magistratura che apre una futuro angosciante e non solo dal punto di vista dell’occupazione.
Politica
L'acciaio e l'assenza del governo
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