
Oggi l'uomo, difeso dall'avvocato Fabio Accinelli, non ha risposto alle domande del giudice anche se al suo avvocato avrebbe negato con fermezza di essere il killer.
Dalle indagini nel frattempo sono emerse nuove indiscrezioni su come è maturato il suo fermo. Un carabiniere della caserma di Santa Margherita ha visto due persone sospette che si aggiravano in una zona di case e villette, a Pieve Ligure. Li ha fermati per un controllo e ha chiesto l'intervento dei colleghi.
I due stranieri sono stati perquisiti e in un borsone sono stati trovati monili d'oro e telefonini palmari, quanto è bastato per fare scattare un fermo per ricettazione. Una volta in caserma, i militari hanno scoperto che per uno dei due fermati le impronte coincidevano con quelle del presunto assassino di Rina Marrone.
IL COMMENTO
Le strade dei “ragazzi partigiani” che raccontano gli eroi del 25 aprile
Ti ricordi Sergio Castellaneta, un anticipatore populista e non solo