Economia

1 minuto e 29 secondi di lettura
Si separano le strade di Iren e A2A in Edipower, la società elettrica rilevata dalle due ex municipalizzate nell'ambito del riassetto che ha portato Edison sotto il controllo esclusivo dei francesi di Edf.
 

Il cda di Iren ha deliberato di vendere la sua quota del 21% ad A2A, esercitando l'opzione put a sua disposizione nella finestra di gennaio. In cambio otterrà due delle nove centrali nel portafoglio di Edipower, quella termoelettrica di Turbigo da 800 megawatt e quella idroelettrica di Tusciano da 96 megawatt.
 
La decisione di scambiare la partecipazione azionaria in Edipower con due centrali consentirà a Iren di ottenere "una maggiore flessibilità strategica" e "maggiori sinergie" attraverso la "gestione diretta" degli asset acquisiti e la loro integrazione nel parco impianti del gruppo, la cui capacità di generazione termoelettrica salirà a 2.600 e quella idroelettrica a 600 megawatt.

A2A, dal canto suo, aumenterà ulteriormente la presa su Edipower salendo dal 56% al 77% del capitale e semplificherà la struttura azionaria della società, in cui continuerà ad essere affiancata dalle multiutility trentine Sel e Dolomiti Energia (ciascuna con il 7%) e da alcuni soci finanziari (Mediobanca, Crt e Bpm) con quote residuali.
 

Il divorzio Iren-A2A è 'consensuale' visto che anche per la multiutility lombarda, che con Edipower è diventata il secondo operatore elettrico nazionale, è preferibile avere mano libera sui propri impianti così accelerarne l'integrazione gestionale nel parco produttivo del gruppo e produrre significative sinergie.

La separazione chiude la strada all'ipotesi di creare attorno a Edipower una grande multiutility del Nord, ipotesi accarezzata a Milano e Torino, due dei comuni azionisti di A2A e Iren.

Le due ex municipalizzate andranno avanti per la loro strada sulla base dei rispettivi piani industriali.