Politica

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Dunque, secondo il capogruppo regionale del pd  Miceli, i giornalisti sono “gossipari”. E per evitare questa degenerazione borghese del giornalismo
genovese non si devono dare nomi e scontrini dei consiglieri che hanno fatto le spesucce con i nostri soldi. Merito al Pd di avere aperto porte e i registri ai controlli, ma i controlli e l’iniziativa della Magistratura sono una cosa, tutt’altra essere un “palazzo di vetro”, trasparente, che non  ha niente da nascondere. E, quindi, apre, mostra, senza problemi e senza imbarazzi. Magari spiegando e giustificando.

Una cosa è andare alla riunione ad Acqui e usare l’hotel, magari portarsi dietro anche la famiglia per una visita termale, un’altra è far pagare il bagno turco ai liguri che di bagni ne stanno facendo e tanti. Ma sono bagni di sangue. Finanziariamente parlando.
Una cosa è acquistare un libro che può servire per svolgere il proprio lavoro, un’altra è farci pagare il tanga.

Ma li leggete i giornali di Milano, signori consiglieri liguri? I giornalisti del Corriere della Sera sicuramente “gossipari” e probabilmente “comunisti” scrivono tutti i giorni delle spesucce degli abitanti del Pirellone, aragoste comprese.

Là nella Padania celodurista si viaggia ad aragosta, da noi a pediluvio alle Terme di Vinadio. Meglio d’accordo, ma il succo è lo stesso.

Quello che con grande saggezza ha sintetizzato a Primocanale un signore dal cognome Grondona, che ha fatto il sindacalista della Fiom (Oh! Che brividi!) fino all’altro ieri. Il suddetto ha paragonato la paga di un ingegnere di poco superiore ai mille euro al mese con quella del consigliere di poco inferiore ai diecimila, concludendo che queste cosucce riferite dai giornalisti gossipari , con un simile stipendio se le sarebbero potute pagare di tasca loro i rappresentanti del popolo ligure.

Nulla di più da aggiungere.