
Lo stupefacente, dalle zone di Napoli Secondigliano e Ponticelli, a mezzo di personaggi di notevole spessore criminale, veniva trasportato nelle zone di Caivano e Giugliano in Campania (NA), ove, grazie ad una collaudata rete di partecipi, veniva confezionato e ceduto a referenti d'area operanti nelle Provincie di Napoli e Caserta che, a loro volta, gestivano le locali piazze di spaccio con l'aiuto di tossicodipendenti. Si è inoltre accertato che la cocaina, oltre ad essere venduta nelle piazze di spaccio campane, veniva trasportata, a mezzo di corrieri, in altre Regioni (Sardegna, Liguria e Toscana), ove, con l'aiuto di pregiudicati di origine partenopea, veniva spacciata in locali notturni e discoteche.
Dalle investigazioni, che consentivano di trarre in arresto, in flagranza di reato, 9 persone, di recuperare e sottoporre a sequestro ingenti quantitativi di sostanza stupefacente, principalmente del tipo cocaina, e materiale atto al taglio e confezionamento delle singole dosi, emergeva che gli organizzatori del sodalizio criminale imponevano il loro predominio utilizzando minacce e violenza, avendo anche la disponibilità di armi da fuoco.
IL COMMENTO
Le strade dei “ragazzi partigiani” che raccontano gli eroi del 25 aprile
Ti ricordi Sergio Castellaneta, un anticipatore populista e non solo