politica

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In questi ultimi tempi ne abbiamo viste di tutti i colori: dalle Primarie (con la sfida Bersani/Renzi), alle Primarie per i candidati al Parlamento (con molti volti nuovi), alle elezioni (che hanno visto il PD primo partito, ma la coalizione di centrosinistra senza maggioranza al Senato).
 

Poi l'incarico a Bersani, e l'incapacità dei Grillini - che hanno saputo capitalizzare scontento e anche rabbia - di andare oltre alla protesta. Rivedendo oggi il confronto in diretta streaming, Pierluigi disse: "Io vi rendo avvertiti in tutta scienza e coscienza e da persona che non è ambiziosa: ritengo la mia proposta realistica. Fuori da questo io vedo un meccanismo che ci porta da "Faremo", "Diremo" a "Avremmo potuto fare", "Avremmo potuto dire", "Avremmo potuto provarci".
E si... avrebbero potuto provarci, e la storia oggi sarebbe diversa. Forse migliore.
 
Invece, l'elezione del Capo dello Stato con i Grandi Elettori del PD che hanno dato uno spettacolo indegno: prima non votando Franco Marini e poi non votando Romano Prodi. Forse molti di loro pensavano di giocare, ma quello è un gioco che non perdona; alcuni hanno pensato di salvare la propria coscienza, affondando - nel contempo - l'essere collettivo e le ragioni dello stare insieme. Accidenti, molti li abbiamo eletti noi con le Primarie... Traditori ignobili... Ed è andata come sapete, Napolitano è rimasto al Colle. Per fortuna...
 

Poi l'incarico a Enrico Letta; il toto-ministri che impazza... quanti profeti senza più futuro, non ne hanno azzeccata una!
Oggi il Governo ha giurato, e mentre giurava la disperazione colorava di sangue Piazza Colonna...
 
Ecco, vorrei dire alcune cose.
La prima, la vorrei dire ai tanti amici che hanno votato PD, che hanno con me condiviso il sogno di un  Governo di cambiamento, interprete di un desiderio forte di invertire rotta. "Avremmo potuto provarci": le parole di Pierluigi Bersani ai Grillini sono come un macigno... Il risultato elettorale ci ha consegnato un Paese diviso e un Parlamento con tre poli, ciascuno insufficiente a garantire una maggioranza stabile e, quindi, un Governo. Ricordiamoci di ciò nei nostri commenti.
 

Ma, e questa è la seconda cosa, il Governo presieduto da Enrico Letta può essere il Governo del cambiamento: nonostante il tentativo di molti di trovare tra i Ministri gli "impresentabili", questi sono rimasti fuori... Tanti sono i volti nuovi, e sono i volti migliori dei partiti che sosterranno il tentativo di Enrico. Per guardare in casa PD, abbiamo (con il Presidente del Consiglio) nove Ministri (contro i cinque del PdL, meditino quelli che sostengono che sono preponderanti...): hanno il volto del nuovo PD costruito, rendiamogli merito, da Pierluigi Bersani... Hanno storie e tradizioni diverse... Da Flavio Zanonato a Graziano Delrio, due capaci Sindaci del Nord; da Andrea Orlando a Dario Franceschini, due uomini di Partito seri e perbene, compagni di strada seppur interpreti di due tradizioni così diverse; da Cecile Kyenge a Josefa Idem, primatiste in tutti i sensi; da Maria Chiara Carrozza a Massimo Bray, due eccellenze per due Ministeri chiave.
 
Enrico Letta, questo è il terzo pensiero, è riuscito a coniugare competenza e innovazione, individuando persone non divisive, eppure di chiara appartenenza. Con una forte presenza femminile, quale mai prima si era vista, e senza obblighi di "quote rosa". E anche i quattro tecnici sono nomi di primo piano. La foto che ne esce è quella di un bel gruppo, il segnale è quello del cambiamento.
Ultimo pensiero, abbiamo un Ministro ligure: Andrea Orlando, con l'impegno su ambiente, territorio e mare... Argomenti che riguardano un pò tanto la nostra Regione, ferita dalle alluvioni, ma ricca proprio per il suo territorio ed il suo mare. Ad Andrea i migliori auguri, con la convinzione che saprà far bene, e non solo per la sua terra...
 

La conclusione è di parte, lo so. Ma vorrei dire che sono fiducioso verso questo Governo: mi aspetto buone cose, prima di tutto da Enrico Letta.
 E, intanto, bisogna lavorare per ricostruire la casa PD: io ci credo ancora, credo che ci sia spazio per un Partito moderno, riformista, progressista. Che abbia nel suo DNA quanto di positivo io ritrovavo nella DC ed altri nel PCI, quanto abbiamo messo insieme con l'Ulivo di Romano Prodi. Non mi interessa costruire un partito di destra o di sinistra, il mio Partito c'è già. Le elezioni in Friuli lo hanno confermato...
 
Guardiamo avanti, sapendo, come diceva Aldo Moro che "Se fosse possibile dire: saltiamo questo tempo e andiamo direttamente a questo domani, credo che tutti accetteremmo di farlo, ma, cari amici, non è possibile; oggi dobbiamo vivere, oggi è la nostra responsabilità. Si tratta di essere coraggiosi e fiduciosi al tempo stesso, si tratta di vivere il tempo che ci è stato dato con tutte le sue difficoltà". 

Ecco, proviamo ad essere coraggiosi e fiduciosi...

Luca Parodi
*Direzione Pd