Cronaca

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Si è tenuta alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo la prima udienza sull'istanza presentata dai genitori e dalla sorella di Carlo Giuliani, morto a Genova nel 2001 durante gli scontri in occasione del vertice del G8. Dopo l'esame del caso, la Corte si dovrà ora pronunciare sulla ricevibilità del ricorso e quindi, nel caso, emettere un verdetto nel merito. La famiglia Giuliani, nel ricorso a Strasburgo, ha invocato, in particolare, l'articolo 2 della Convenzione dei diritti dell'uomo (diritto alla vita), sostenendo che la morte di Carlo "é dovuta ad un uso eccessivo della forza" e considerando che "l'organizzazione delle operazioni per ristabilire l'ordine pubblico non siano state adeguate". In più, i ricorrenti hanno rilevato che "l'assenza di soccorsi immediati ha comportato la violazione degli articoli 2 e 3", ossia il divieto di trattamenti inumani. La famiglia Giuliani lamenta inoltre di non aver avuto "una vera inchiesta" perché non sono stati ascoltati alcuni testimoni e alti responsabili della polizia. I ricorrenti sostengono, tra l'altro, come fa sapere la stessa Corte di Strasburgo, che uno degli esperti nominati dal pubblico ministero e che ha sviluppato la tesi di un proiettile "deviato da una pietra lanciata in aria" avrebbe pubblicato poco tempo prima un articolo favorevole alla tesi della legittima difesa. Infine, "benché l'inchiesta abbia interessato due carabinieri, diversi atti investigativi sono stati affidati ai carabinieri". Per questo, la famiglia invoca gli articoli 2, 6 (diritto a un equo processo e 13 (diritto a un reale ricorso) della Convenzione. (ANSA)