politica

2 minuti e 7 secondi di lettura
"I Libici ci hanno sparato addosso, uccidendo due di noi, quando ci hanno avvistati" appena lasciate le coste del paese africano. Lo hanno riferito alcuni dei 146 sopravvissuti al nuovo naufragio di venerdì nel canale di Sicilia, trasferiti a Malta. Le autorità dell’isola hanno aperto un’inchiesta.

Secondo le testimonianze raccolte , la sparatoria sarebbe avvenuta poco prima che il barcone si capovolgesse: ad aprire il fuoco sarebbe stata una motovedetta libica.

Sono le dichiarazioni sconvolgenti a poche ore dall’ennesima emergenza nel Canale di Sicilia. Le navi della Marina militare Libra e Espero, già impegnate nel soccorso agli ultimi profughi naufragati, hanno soccorso ieri mattina un altro barcone carico di persone che si trovava in difficoltà. Gli 87 immigrati che erano a bordo del gommone sono stati tratti in salvo. Il tutto a nemmeno 24 ore dall’ultimo naufragio avvenuto venerdì pomeriggio in acque maltesi e che ha causato la morte di 34 migranti, di cui dieci bambini.

La Espero è poi dovuta intervenire di nuovo, prendendo a bordo 14 persone che si trovavano su una piccola imbarcazione. Una donna, al nono mese di gravidanza e con delle contrazioni all’addome, è stata trasferita d’urgenza a Lampedusa con l’elicottero imbarcato sulla nave.

LE 3359 BARE - E' salpata questa mattina la nave Cassiopea della Marina Militare, con 150 bare delle vittime del naufragio di migranti del 3 ottobre scorso al largo di Lampedusa. L'imbarcazione è diretta a Porto Empedocle, dove arriverà nel pomeriggio. 

Sono più di 200 ancora le bare custodite nell'hangar dell'aeroporto di Lampedusa che dovranno essere portate a Porto Empedocle: le vittime del naufragio sono 359. A queste nell'hangar si aggiungeranno le bare dei 21 morti di un altro naufragio, accaduto l'altro ieri a 60 miglia dall'isola.

LETTA: "ABOLIREI LA BOSSI-FINI" - L'Italia darà il via ad una missione "militare-umanitaria" per pattugliare il Mediterraneo dal mare e dal cielo, nella speranza di evitare il ripetersi di tragedie come quelle di questi giorni. L'annuncio di Enrico Letta - durante un dibattito pubblico con il presidente dell'Europarlamento Martin Schulz al 'Festival delle Idee' organizzato da Repubblica a Mestre - mette in secondo piano le parole sulla necessità di superare la Bossi-Fini che lui, "da politico" e non solo "da cittadino", cambierebbe subito. Insieme al reato di immigrazione clandestina che non ha mai "condiviso", perché non più idonea ad affrontare la nuova immigrazione fatta per lo più di rifugiati e richiedenti asilo.