
Secondo l'accusa, i due si sarebbero appropriati di 10.800 euro tramite una fattura falsa emessa dalla ditta Anselmo per l'acquisto di 100 ceramiche ''riportandola nella rendicontazione del 2010 pur non avendo sostenuto quella spesa''. A Limoncini viene contestato di ''essersi appropriato, in concorso con Monteleone della cifra di 81.892 euro costituenti fondi pubblici in dotazione al partito''. Monteleone dovrà giustificare anche un ammanco da circa 30 mila euro dall'ufficio di presidenza. Limoncini è stato convocato dai magistrati per il 24 ottobre, ma la data potrebbe cambiare.
“Credo che possano essere errori di valutazione contabili e sono in grado di dimostrare che le accuse non corrispondono al vero”.
Così Rosario Monteleone commentava oggi a caldo la notizia dell’avviso di garanzia ricevuto dalla Procura di Genova. Per il Presidente del Consiglio Regionale non ci saranno riflessi politici: “Quando uno è sereno e tranquillo, sa di aver fatto il proprio dovere sempre e comunque, sa di non aver sottratto niente, sa di poter rispondere alla propria coscienza con serenità, non vedo cosa c’entri la politica”.
E ancora: “Vado avanti con serenità e tranquillità, spero al più presto di avere opportunità di poter chiarire che si tratta di un equivoco al magistrato, come spesso avviene. Vado avanti con la serenità di chi sa di aver fatto il proprio dovere e di aver contribuito a smantellare tutto un sistema dove non erano previste carte contabili. Credo di averlo fatto, tanto è vero che sono stato uno dei promotori della legge.
IL COMMENTO
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