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I 'Popolari' di Scelta civica al Senato diventano la maggioranza del gruppo. L'assemblea, dopo quasi quattro ore di riunione, ha votato un documento che 'dimissiona' il capogruppo Gianluca Susta. Il documento era in tre parti: la prima di sostegno al governo Letta è stata votata all'unanimità. Le altre due parti sono state votate solo dagli 11 Popolari che fanno capo a Pier Ferdinando Casini e Mario Mauro: una ribadisce il mantenimento del gruppo unico come da mandato degli elettori (con dentro quindi anche la componente Udc); la seconda parte ringrazia Susta per il lavoro svolto e prende atto delle sue dimissioni. Questi due ultimi punti sono stati votati dagli 11 (Casini mancava perché a Bruxelles alla riunione del Ppe).

I sette montiani non hanno votato gli ultimi due punti. Martedì prossimo ci sarà un'altra assemblea per eleggere il nuovo capogruppo Sc al Senato. Si consuma così l’ultimo strappo con il fondatore del partito, Mario Monti, che già ha aderito al gruppo misto dopo le polemiche seguite alle sue critiche all’esecutivo per la legge di stabilità e i ripetuti attacchi al ministro Mauro. Susta era di stretta osservanza “montina” e per questa ragione è stato dimissionato.
 

La riunione è stata particolarmente accesa e ha avuto fra i protagonisti il parlamentare ligure Maurizio Rossi, il senatore che di fatto aveva dato fuoco alle polveri con una serie di interventi pubblici fortemente critici nei confronti del Professore e tesi alla costruzione di un nuovo soggetto politico che superasse Scelta civica. Quanto accaduto oggi, quindi, è il frutto di quell’iniziale svolta individuale che ha poi avuto in Mauro e Casini gli alfieri di un movimento più ampio che ha finito con il travolgere Monti e, ora, il capogruppo Susta.