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Secondo diverse fonti della Regione l’incontro si è tenuto: da una parte il presidente della Giunta regionale, Claudio Burlando, dall’altra quello del Consiglio regionale Rosario Monteleone, finito nel registro degli indagati per la vicenda delle cosiddette “spese pazze”. Secondo l’accusa Monteleone avrebbe attinto indebitamente dai fondi dell’ufficio di presidenza e da quelli del gruppo Udc; accuse che Monteleone si sarebbe detto pronto a respingere colpo su colpo, ma che pesano sul vertice istituzionale dell’Ente.

Il faccia a faccia avrebbe avuto anche risvolti drammatici sul piano umano, e anche per questo alleati e opposizione in questi giorni avrebbero affrontato la vicenda con prudenza, nonostante la pesantezza delle accuse. Risvolti drammatici e un momento di difficoltà per Monteleone, la cui presenza in Consiglio regionale, domattina, non ha nulla di scontato.

L’esito dell’incontro sarebbe stato interlocutorio, con Monteleone che avrebbe insistito sulla sua possibilità di dimostrare l’infondatezza delle accuse. Il presidente del Consiglio regionale al momento resta al suo posto. L’unica alternativa sarebbe una mozione di sfiducia durante il Consiglio regionale. Una strada ritenuta improbabile per più motivi: da un lato per via della prudenza per i risvolti umani, dall’altro per una questione di opportunità: con entrambi gli schieramenti e la quasi totalità dei gruppi finiti nel calderone della vicenda “spese pazze” difficilmente qualcuno scaglierà la prima pietra contro Monteleone.