cronaca

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Il ricordo dei cittadini lombardi che hanno aiutato gli ebrei italiani è un inno alla libertà ''contro i mille volti della persecuzione che, come nel caso del leader dell'opposizione Silvio Berlusconi, può manifestarsi anche con la negazione della parità dei diritti''.


L'ha detto il vicepresidente della Lombardia Mantovani, Pdl, a Gerusalemme
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Il ricordo dei ''cittadini lombardi che non hanno esitato a scapito della propria vita ad aiutare gli ebrei italiani'' - ha detto Mantovani a Gerusalemme, secondo quanto si legge in una nota diffusa dalla Regione Lombardia - è ''un inno ad ogni forma di vita e di libertà contro i mille volti della persecuzione che, come nel caso del leader dell'opposizione Silvio Berlusconi, può manifestarsi anche con la negazione della parità dei diritti''.

Mantovani, vice-governatore e assessore alla Salute della Lombardia e coordinatore lombardo del Pdl, ha partecipato a una cerimonia per la messa a dimora di un albero con il suo nome, nella cosiddetta 'foresta Kennedy' sulle colline di Gerusalemme. L'albero, spiega la nota, precede la realizzazione di un Giardino dei Giusti dedicato ai cittadini di origine lombarda. Mantovani - riferisce la nota - ha incontrato nel pomeriggio di oggi il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu, il quale, "durante l'incontro, che si è svolto nella sede del Parlamento di Israele, ha ribadito gli eccellenti rapporti di amicizia con l'Italia e ha pienamente condiviso il 'Progetto sanitario Lombardia-Israele' che gli è stato esposto dal vice Governatore della Lombardia'', rinnovando ''infine i propri saluti di amicizia per Silvio Berlusconi''.

"Al di là dell'inquadramento storico - ha detto Mantovani  interpellato telefonicamente dall'ANSA - per Berlusconi ''trattasi di una persecuzione, non gli sono stati garantiti i diritti per i quali vengono piantati gli alberi per la difesa appunto dei diritti umani. Mi hanno invitato a piantare un albero per i Giusti - ha spiegato Mantovani - e l'ho fatto ricordando anche la figura del presidente Berlusconi, perché in termini di giustizia non gli sono stati garantiti eguali diritti''. Interpellato sull'opportunità del paragone con la persecuzione degli ebrei, dopo le polemiche suscitate già nei giorni scorsi dalle parole del Cavaliere sui suoi figli, il vice-presidente della Lombardia e coordinatore regionale del Pdl, ha sostenuto che quelle parole ''in Israele sono state prese in modo adeguato''. ''Non l'hanno presa male - ha affermato Mantovani -, non ne hanno data l'interpretazione né usato la strumentalizzazione che c'è stata in Italia''. Anche su questo, Mantovani ha concluso ricordando ''i saluti'' mandatigli per suo tramite a Berlusconi dal premier israeliano Netanyahu, che lo ha definito ''amico''.