
Proviamo a immaginare una platea con oltre diecimila posti a sedere con un pubblico che arriva da tutto il mondo. In pratica, quello che è accaduto ieri. La tecnologia concede delle opportunità straordinarie, se colte in tempo e con gli strumenti necessari. Il management dell’ente lirico genovese nel 2010 ha scommesso sulla web tv interna al teatro per trasmettere in diretta le produzioni che si alternano sul palco. Iniziativa bersagliata (e massacrata) dai melomani duri-e-puri come da molta gente comune. La crescita costante dei contatti oggi sconfessa i detrattori della prima ora e gli scettici di professione.
La sfida del (raggiante) sovrintendente Pacor e dei suoi collaboratori passa allo step successivo: come far fruttare questo capitale. Se la musica classica rappresenta un patrimonio culturale su cui scommettere allora bisogna capire come associare l’interesse a un ritorno economico. Sponsor, pay-per-view, abbonamenti sul web, pubblicità durante le trasmissioni: le opportunità di marketing sono molteplici. Ora bisogna costruire quelle professionalità adeguate per sviluppare un Teatro Carlo Felice capace di guadagnare soldi e proseliti in tutto il mondo.
Dalla scenografia da ‘spending review’ con arredi, strutture e accessori di precedenti spettacoli al cast di prima qualità, il Rigoletto diretto dal maestro Fabio Luisi ha emozionato il pubblico in sala e quello collegato sul web. Le buone idee e la bravura dei protagonisti segnano un punto per l’ente lirico genovese. Insieme alla capacità di sfruttare la notorietà dei personaggi che si alternano sul palco anche attraverso i social network. Al management ora il compito di capitalizzare ogni singolo contatto per il futuro dell’ente e delle sue maestranze.
IL COMMENTO
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