cronaca

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L'ordinanza con cui il Tribunale del Riesame ha bocciato la richiesta dei legali di Nicolò Scialfa per la revoca degli arresti domiciliari fa emergere "una stridente estraneità dalle frequenti e consistenti spese contestate rispetto a qualsiasi collegamento con fini politico istituzionali, come nel caso delle ingenti spese per vino francese nel corso di una vacanza in Francia con gli amici (3700 euro di denaro pubblico), modellismo, ipad, iphone, biancheria, intima, camicie, cravatte, parrucchiere, penne Mont Blanc tanto che lo stesso presidente Burlando nel corso di una telefonata aveva rilevato l'evidente estraneità di tali spese personali all'attività politica".

A supporto di questa consapevolezza anche il fatto che lo stesso Scialfa nel corso del suo interrogatorio davanti al Gip Roberta Bossi "ha ammesso di aver richiesto ai commercianti il frazionamento degli scontrini in quanto era consapevole che non avrebbe potuto superare il limite di 50 euro per i regali con denaro pubblico". Per il Riesame questo dimostra "sostanziale ammissione in ordine alla consapevolezza del suo comportamento illecito".