L'ecuadoriano di 26 anni che il 5 dicembre 2011 uccise madre e figlio a Sampierdarena è stato condannato all'ergastolo e a nove mesi di isolamento diurno dalla Corte d'Assise di Genova.
Il pm Massimo Terrile aveva chiesto il carcere a vita e l'isolamento diurno per un anno e sei mesi. Il giovane, lontano parente delle due vittime - Monica Gilce Ramirez di 37 anni e suo figlio Marcos Kleyner di 12 anni - aveva negato ogni accusa riferendo che lavorava in un cantiere vicino all'abitazione della donna e, il giorno dell'omicidio, mentre passava vicino alla casa della donna, era stato chiamato dalla Ramirez che gli aveva chiesto di aiutarla a spostare dei mobili. Intriago aveva raccontato che nell' appartamento oltre alla donna c'era un'altra persona, forse un nordafricano, e di aver sentito dei rumori come se qualcuno stesse spostando dei mobili. L'imputato, difeso dagli avvocati Alessandro Cecon e Alessandro Famularo, aveva inoltre aggiunto che si era rifiutato di dare una mano alla Ramirez perché doveva recarsi al lavoro. Infine, aveva detto che prima di andare via aveva lasciato in casa una bottiglietta quasi vuota di acqua minerale e per questa ragione vi è stato trovato il suo dna. Madre e figlio erano stati uccisi con molte coltellate.
cronaca
Madre e figlio uccisi a Genova, ergastolo a lontano parente
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