Non uno scherzo finito male, come avevano raccontato i due amici di un uomo di 45 anni ucciso con un colpo di fucile "accidentale", ma un regolamento di conti per un debito non pagato per droga sarebbe il motivo della morte di Andrea Macciò, avvenuta lo scorso 14 dicembre in una villetta nel Savonese.
Stamani i due amici, Claudio Scardino e Alessio Tognini, sono stati arrestati dalla polizia con l'accusa di omicidio volontario su ordine del gip Donatella Aschero. Hanno sempre raccontato che il colpo di fucile partì in modo del tutto accidentale durante una sorta di gioco tra amici. Le versioni dei due arrestati non hanno però mai convinto gli investigatori a causa di diverse contraddizioni e di omissioni emerse durante le indagini. Oggi la svolta. Tognini è stato arrestato a Genova, dove vive, Scardino a Terni. Quest'ultimo, a quanto sembra, è accusato anche di detenzione di droga ai fini di spaccio. Secondo la Procura di Savona, dunque, dietro al tragico scherzo con cui finora era stata liquidata la morte del rappresentante genovese, freddato da un colpo di fucile caricato a pallini ma esploso a bruciapelo in una villetta a Stella San Bernardo ci sono state bugie, silenzi, omissioni che hanno convinto il pm Chiara Venturi a contestare l'omicidio volontario. I due avevano anche nascosto il corpo per diverse ore prima di andarsi a costituire.
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Delitto di Stella, in manette i due "amici" di Andrea Macciò
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