
Con la demolizione della Costa Concordia si coglierebbe un’opportunità unica. “Per le maestranze locali si parla di due anni di lavoro – prosegue il rappresentante Fiom - ma in prospettiva rappresenta la conquista di un nuovo settore”. Uno di quei treni che passano poche volte per i lavoratori delle riparazioni navali e che potrebbe contribuire ad arrestare il fenomeno di deindustrializzazione della città. “Se si riuscisse a conquistare il settore della demolizione si potrebbe invertire il trend. A Genova, dove già vengono costruite, riparate e trasformare le navi, se ci specializzassimo anche in quel segmento di mercato la prospettiva sarebbe straordinaria”, sottolinea Pezzoli.
Sul piatto quindi c’è un futuro tutto da costruire. Genova rischia di diventare il luogo dell’eccellenza dalla costruzione alla demolizione delle navi con un percorso completo. Strada che peraltro è stata indicata dall’Unione Europea con la richiesta della creazione di un polo della demolizione che possa competere con i mercati asiatici. "Non voglio fare polemica - conclude Pezzoli - ma quel super bacino venduto ai turchi qualche anno fa...".
IL COMMENTO
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