Cronaca

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Dicono che fino alla fine abbia provato a mettere mano a quella lista che avrebbe indebolito molto i suoi poteri, spostandoli dalla presidenza al consiglio di amministrazione. Ma di fronte ad un’intesa a larga maggioranza, trasversale, tra Claudio Scajola, Beppe Pericu e Claudio Burlando, il presidente della Fondazione Carige, Vincenzo Lorenzelli non ha potuto far altro che criticare le modalità di scelta e rassegnare le dimissioni. Irrevocabili. È successo tutto in pochi minuti: il consiglio di indirizzo della Fondazione aveva appena terminato le tre votazioni per la nomina del nuovo cda, dei vicepresidenti e del collegio sindacale, quando Lorenzelli ha tirato fuori un bigliettino: “Formulo riserve sulla ritualità e sulla legittimità delle modalità di predisposizione della lista del consiglio di amministrazione –ha letto– Per cui ritengo non coerente con queste mie convinzioni continuare a presiedere questo consiglio, per cui mi dimetto”. E dopo pochi secondi, tra lo stupore generale, Lorenzelli ha lasciato la riunione. Ma come si è arrivati a questo colpo di teatro? L’estate scorsa Claudio Scajola aveva lanciato un appello all’unità e alla trasparenza per la nomina dei nuovi vertici della Fondazione, per salvaguardare anche la Banca da possibili attacchi. Pronta era arrivata la risposta del sindaco di Genova, Giuseppe Pericu, a cui si è poi aggiunto il presidente della Regione Claudio Burlando. E per una volta non c’è voluto molto a presentare una lista, condivisa da tutti, con i nuovi nomi. Vistosi tagliato fuori dai giochi e indebolito nei suoi poteri, Lorenzelli ha prima cercato di modificare le cose, poi ha scelto di sbattere la porta. Nonostante la scadenza del suo mandato fosse fissata nel 2011. Ora cosa succederà? Il nuovo Cda della Fondazione si insedierà il 23 gennaio, presieduto dal vicepresidente vicario, l’imperiese Ivo De Michelis. Poi verranno decisi i tempi per la nomina del nuovo presidente. Anche in questo caso, c’è da giurarci, sarà frutto di una larga intesa. (Davide Lentini)