Anche al di fuori dei confini liguri, trova consensi l’appello lanciato da Liguria Civica contro l’isolamento della regione. Il presidente della provincia di Milano Guido Podestà sposa le ragioni dell’iniziativa politica e spiega che anche in Lombardia c\'è attesa per la realizzazione di alcune opere:
“La Liguria purtroppo è rimasta isolata rispetto allo sviluppo delle grandi infrastrutture che ricuciono l’Italia rispetto al resto dell’Europa. Questo vuol dire perdere tempo e perdere mercato. Abbiamo punti fondamentali che non possono essere più rinviati: il raddoppio ferroviario del ponente e il terzo valico innanzitutto. Ma naturalmente non sono gli unici, come la Pontremolese e il tunnel della Valfontanabuona”.
“Non si è avuta la capacità – aggiunge Podestà a Primocanale - negli ultimi cinque anni di inserire nelle grandi infrastrutture anche questi collegamenti. Il raddoppio del ponente, per esempio, non è alternativo alla Torino-Lione, ma complementare e va fatto”.
Il presidente della Provincia di Milano vede comunque spiragli: “Il Ministro Lupi ha dato una sua importante disponibilità. E’ chiaro che ambito in ambito europeo ci devono essere parlamentari che sappiano le necessità della Liguria e la strategicità delle infrastrutture che devono essere realizzate”.
Negli ultimi giorni si sono registrate altre adesioni: le associazioni degli albergatori genovesi, quelle dei commercianti, quella dei terminalisti hanno annunciato di sottoscrivere l’appello.
LA CAMPAGNA - “No alla Liguria tagliata fuori dal Paese!”: scritto in maiuscolo, su sfondo rosso. E poi, su sfondo giallo: “Appello al ministro Lupi contro l’isolamento della Liguria”. Si presenta così, con un’inserzione pubblicitaria da un terzo di pagina sui principali quotidiani genovesi la campagna lanciata da Liguria Civica, il movimento costituito dal senatore Maurizio Rossi (indipendente del gruppo Per l’Italia), per dire “no a un’Italia a due velocità”. Una protesta, ma anche un’iniziativa che prova a muoversi sul concreto: una grande raccolta di firme da scodellare appunto sul tavolo del governo, e in particolare del ministro per le Infrastrutture Maurizio Lupi, con l’obiettivo di portare a casa tutte quelle grandi opere che per un motivo o per l’altro languono e che isolano Genova e la Liguria dal resto del mondo. Una regione, recita un altro passaggio della campagna, “impossibile da raggiungere per turismo e lavoro”. Liguria Civica aziona tutte le possibili leve per raccogliere le adesioni alle rivendicazioni: giornali, siti internet, social network, a cominciare a fecebook e twitter. Una vera e propria chiamata alle armi dei liguri da ponente a levante, con una piattaforma di richieste ben precisa: “Riprendere i lavori per il raddoppio del collegamento Italia-Francia a Ponente; finanziare l’ultimo tratto del raddoppio a Ponente tra Italia e Francia; porre fine alle liti e ai ricorsi al Tar tra Autostrade ed enti locali e partire con i lavori della Gronda; finire il Terzo Valico e chiudere il corridoio Rotterdam-Genova, vero collegamento tra il Nord Europa e il Mediterraneo (altro che Torino-Lione!) e collegare Genova con l’alta velocità del Paese; risolvere il collegamento Genova-Roma in treno almeno a media velocità, passando da Firenze per garantire così un collegamento in meno di 3 ore e 30 minuti; garantire linee aeree con Roma a costi medi simili alla tratta Milano-Roma, non si può prendere per il collo chi ha necessità di muoversi”. Gli argomenti sono quelli classici dei quali si usa dire che non sono né di destra né di sinistra, ma urgenze irrinunciabili per il rilancio della Liguria e di Genova. Per questa ragione Liguria Civica punta su una mobilitazione sia dell’intera classe dirigente sia dei comuni cittadini, contando di raggiungere – ed è auspicabile – un numero di firme così elevato da far capire al ministro Lupi e al governo nel suo insieme che raddoppio ferroviario, Gronda, Terzo Valico e, già nell’immediato, collegamenti aerei e ferroviari più veloci e meno costosi sono una necessità improrogabile. “In una regione – osserva non casualmente il senatore Rossi – il cui prodotto interno è a livello delle aree meridionali e non di quel Nord Ovest di cui geograficamente fa parte. Basta con le parole, servono i fatti”. Per questa e per tante altre ragioni Liguria Civica si aspetta che “i liguri sostengano se stessi”, augurandosi che in prima fila ci siano imprenditori, sindacalisti, sindaci, assessori e consiglieri comunali delle diverse municipalità, assessori e consiglieri regionali, forze politiche in modo bipartisan, commercianti, operatori turistici e del mondo della cultura e i cittadini (basti pensare ai pendolari) che quotidianamente vivono sulla propria pelle il disagio, le difficoltà e l’impoverimento provocati dall’isolamento della Liguria a causa della mancanza di adeguate vie di comunicazione.
politica
Podestà: "Anche in Lombardia vediamo l'isolamento della Liguria"
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