cronaca

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Emilio Riva era nato a Milano il 22 giugno 1926. Industriale. E' stato il primo produttore di acciaio in Italia, e tra i primi dieci del mondo. La sua carriera inizia nel 1954 come commerciante di rottami, insieme al fratello Adriano. Un anno dopo apre il primo forno elettrico delle Acciaierie e Ferriere Riva a Caronno Pertusella. Quel forno sarà anche la causa dei suoi primi guai con la giustizia, quando nel finirà in carcere per omicidio colposo, a seguito di un incidente sul lavoro. "Finché non esco, la fabbrica resta chiusa e senza lavoro" disse.

Intanto, aveva già cominciato la sua escalation, con acquisizioni in Italia e all’estero. Il 1995 è l’anno dell’ingresso nel gruppo del centro siderurgico Italsider di Taranto. Nel 2009 di stabilimenti Riva (laurea ad honorem in Ingegneria meccanica) ne ha 38, con oltre 25 mila dipendenti e un fatturato che nel 2006 superava i 9,4 miliardi di euro. Nell’impero, anche il “mostro”, come i tarantini chiamano il complesso dell’Ilva, ex Italsider.

«Uno che i suoi stessi dipendenti definiscono “un padrone vecchio stile” - e quasi sempre è un complimento - ma che a sentirsi chiamare in questo modo, “padrone”, comunque s’offende: “Attento alle parole. A me la parola padrone non piace. Non sono nemmeno padrone di un cane»: queste le parole raccolte da Antonio Calabrò nel suo libro “Intervista ai capitalisti”.

“Io non sono un capitalista, ma un imprenditore industriale - ha detto in una delle sue rare interviste -. I capitalisti comprano le aziende, le risanano, le rivendono. Vanno in Borsa. Speculano. Io sono diverso. Sono un datore di lavoro». Il suo vanto? «Ho sempre aperto e comprato fabbriche e non ne ho mai chiusa una».

Sposato con Giovanna, sei figli. Un uomo “vecchio stile”. Nei posti di comando del gruppo fondato insieme al fratello Adriano solo figli e nipoti. Lontani dai salotti buoni, lontani dalla politica. Unico strappo: la risposta alla chiamata di Silvio Berlusconi dei «patrioti» nella cordata per l’Alitalia.

A contrassegnare gli ultimi mesi di vita di Riva la vicenda dell’Ilva di Taranto: l’ex patron di Ilva era ai domiciliari a seguito dell'inchiesta sul disastro ambientale a Taranto che, secondo l'accusa, sarebbe stato causato dall'Ilva. Per Riva è stato chiesto il rinvio a giudizio con altre 52 persone. Il 13 marzo la Procura di Milano aveva chiesto il giudizio immediato per l’ex patron dell’Ilva, per il figlio Fabio e per altre due persone accusate di associazione per delinquere e truffa aggravata nell’ambito di uno dei filoni di indagine sul colosso siderurgico. Al centro dell’inchiesta una presunta truffa ai danni dello Stato che avrebbe fruttato 100 milioni di euro.