politica

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"Il 3 gennaio del 2013 Luca di Montezemolo mi chiese di candidarmi in Liguria come capolista al Senato nella lista Monti, in quota a Italia Futura.

In poco più di un anno da apprendista politico ne ho viste davvero di tutti i colori, compresa l'uscita di scena proprio di chi mi aveva coinvolto ovviamente con grande dispiacere.

Poi sono arrivate le liti in Scelta Civica, le dimissioni notturne di Monti, pur subito rientrate, le guerre intestine per aggregarsi a questo o a quel carro ritenuto più o meno vincente. Infine, la rottura con chi voleva andare a sinistra chi voleva andare a destra chi voleva ricreare il centro.

In quel momento dovevo prendere una decisione e ho privilegiato quella di lasciare Scelta Civica per aderire solo al Gruppo Per l'Italia in Senato, ma non entrando né nell'Udc (giammai!) né nei Popolari di Mario Mauro. Speravo che questo gruppo di 12 senatori, molto diversi l'uno dall'altro, potesse trovare linee condivise, ma la corrente dei più omogenei all'area cattolica ha avuto una netta predominanza, diventando un’alleata di Governo a qualsiasi costo, in attesa di comprendere dove poter approdare. Da Casini, che si muove tra Forza Italia e Ncd, a Cesa ( vincitore del congresso proprio su Casini) che marca stretto Alfano ribattendo comunicato su comunicato per sottolineare la sua esistenza e facendo anche tanto danno all'Ncd, a Mario Mauro prima licenziato dal Ministero della Difesa e poi non candidato alle europee per volontà dell'amico di Cl Lupi, che così ha voluto riaffermare la sua totale supremazia, tutti sono alla ricerca di un futuro politico. Ma nel disastro dei partiti non sanno quale strada imboccare.

Per alcuni aspetti, in Senato mi sento un privilegiato: non avere lo stress di cercare una ricandidatura, aver creato Liguria Civica con il solo scopo di pensare alla nostra regione, vivere il sogno di condizionare positivamente le prossime elezioni regionali, in particolare cercando un forte cambiamento che restituisca speranza a una meravigliosa terra massacrata da incapacità politiche e imprenditoriali, mi aiuta a resistere serenamente esercitando la mia indipendenza, voto per voto, senza dover sottostare ad alcun ordine di partito.

Non sopporto il ditino alzato dei capigruppo che indicano agli "scolaretti" come votare. Non sopporto il pensiero che tutti debbano adeguarsi all'ordine di scuderia e che tutti lo facciano temendo la mancata ricandidatura! Questa è falsa democrazia, sono politica e democrazia piegate a coltivare interessi personali.

Di fronte a tutto, ciò e di fronte all’arrivare in Commissione o in Aula dei provvedimenti, ascoltando gli interventi dei vari esponenti dei partiti mi sono ritrovato - a seconda dell’argomento in discussione - a condividere le posizioni espresse da diversi parti. I toni a volte possono essere esagerati, ma contano di più i contenuti in un'Italia così disastrata: mi è capitato di essere d’accordo con i 5stelle, come di alcuni colleghi del Gruppo Misto o di parlamentari del Pd e di Forza Italia dell'Ncd o della Lega. Di conseguenza, più volte ho votato in dissenso dal mio gruppo e ora, su questioni di rilevanza costituzionale quale la riforma del Senato, sono addirittura su posizioni totalmente opposte.

Proprio sulla riforma del Senato, ad esempio, mi convincono di più le valutazioni di Chiti o di Civati. E ritengo che oggi sia proprio il M5S a difendere davvero la democrazia sulla riforma elettorale, l’Italicum, in combinato con il riassetto di Palazzo Madama. Di più, il M5S sta legittimando la democrazia proprio con la sua opposizione, perché se non ci fosse la sua opposizione forte e chiara - che va rispettata poiché rappresenta oltre il 20% degli italiani - oggi in Senato, da destra e da sinistra assisteremmo a votazioni bolsceviche, alla faccia degli italiani.

E’ evidente, quindi, che per continuare a esercitare il mio ruolo in modo indipendente, guardando al concreto delle cose e pertanto davvero al servizio del Paese e principalmente della Liguria, sento un diritto/dovere di coerenza che mi fa ritenere che la mia collocazione ideale sia il Gruppo Misto, dove sei libero di esprimerti e di votare come meglio ritieni, valutando di volta in volta i provvedimenti.


Proseguirò in questo senso il mio percorso politico, molto travagliato a livello nazionale, ma con la serenità di chi affida il proprio ruolo all’onestà personale e intellettuale, cercando come sempre di portare avanti, per quanto mi sarà possibile, gli interessi liguri.


Le elezioni regionali del 2015, anzi,
saranno l'occasione per esprimere le proposte di Liguria Civica sul futuro della regione: vedremo chi, tra i vari partiti e i vari candidati in competizione, vorrà raccoglierle e portarle avanti per risolvere i problemi che da anni affliggono la nostra terra. Prima, e imminenti, ci sono le elezioni europee, ma in vista di questo appuntamento Liguria Civica non guarda ai partiti, bensì ai candidati.

E predilige quelli liguri, perché sarebbe importante che almeno uno di loro sedesse in Europa. Fino ad oggi, infatti, i piemontesi e i lombardi che sono stati all’Europarlamento sono venuti in Liguria a prendersi i voti ma durante il loro mandato si sono poi disinteressati della nostra regione. Purtroppo, ma bisogna dirlo con chiarezza. E quando si rifiutano, come faccio io, gli ordini di scuderia di un partito o di un gruppo, si difende proprio la libertà di una chiarezza indispensabile, se si vogliono davvero rispettare e tutelare gli interessi dei cittadini e non di pochi. Anzi, dei soliti noti e pochi.

Alcune note finali: la mia componente nel Gruppo Misto si chiamera' Liguria Civica e penso sia la prima volte che la Liguria approda a Palazzo Madama.

Vengono confermate le mia partecipazioni sia alla commissione ottava che alla Vigilanza Rai"