cronaca

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Dei tanti documenti, delle carte, delle registrazioni che si trovano nella tavernetta di villa Ninina, il buen retiro imperiese dell'ex ministro Claudio Scajola arrestato per avere aiutato la latitanza dell'ex parlamentare di Forza Italia Amedeo jr Matacena, condannato a 5 anni in Cassazione, ci deve essere qualcosa che può dare impulso alle indagini della procura distrettuale di Reggio Calabria.


Per questo, con una procedura extra ordinem anche se affatto inusuale, il sostituto della Direzione nazionale antimafia Francesco Curcio e il pm della Dda di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo sono stati chiusi per diverse ore in quella tavernetta in compagnia degli uomini della Dia genovese, tra 100 faldoni, tablet e computer. Tra le tante cose da guardare ci sono i documenti che potrebbero essere utili a ricostruire i rapporti dell'ex ministro con Chiara Rizzo, moglie di Andrea Matacena, arrestata a Nizza l'11 maggio scorso e accusata di aver nascosto i capitali del marito. Conti correnti, per esempio, prelevamenti bancari, visto che Scajola ha contribuito al benessere della signora Matacena tutte le volte che lei lo chiedeva, compresa l'ultima volta, quando la donna gli chiese 15 mila euro per pagarsi l'affitto. Ma non è solo il rapporto con Chiara Rizzo a interessare gli inquirenti. Ci sono anche i tanti rapporti politici e economici creati da Scajola negli anni e che hanno portato l'uomo politico a intessere una rete notevole