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Nazionale che torna in patria, Balotelli sempre più solo e isolato dal resto del gruppo, Prandelli e Abete sorridenti nonostante le dimissioni. Questo il quadro della spedizione azzurra che ha lasciato il Brasile.

Ad attenderli in Italia roventi polemiche, la necessità di una ricostruzione complessiva del movimento calcistico, e soprattutto la scelte necessaria e rapida di un ct.

All’inizio potrebbe esserci una sorta di “commissione tecnica” composta da Sacchi, Uliveri e Di Biagio: non sarebbe la prima volta, nei momenti di transizione del calcio italiano, in fondo, dopo il disastro tedesco del 1974 la ricostruzione partì con Bernardini e Bearzot con il “vecio” che poi andò da solo regalando all’Italia un titolo mondiale e un quarto posto.

Per la successione definitiva, invece ,il nome più gettonato, anche per questioni economiche, sembra essere quello di Massimiliano Allegri: Mancini sembra essersi già tirato fuori, Spalletti è in ribasso, Guidolin è bravo ma non incarna il “rinnovamente” e il nome di Fabio Cannavaro sembra una suggestione che darebbe anche adito a polemiche geopolitiche.

Il calcio italiano è, comunque, all’anno zero e deve provare a ripartire. E, che gli piaccia o no, con o senza Mario Balotelli e la sua cresta dorata con la quale sta tornando in Italia.