politica

1 minuto e 59 secondi di lettura
La sezione controlli della Corte dei Conti  ha dato il via libera, al rendiconto per l'esercizio finanziario 2013 della Regione Liguria, ma ha escluso due voci chiedendo all'ente di mettere a passivo complessivamente 194 milioni di euro.

Accogliendo la tesi della Procura, la sezione ha escluso dalla 'parifica' 91 milioni di residui attivi e ha sancito che l'operazione di cessione di immobili a Arte (Agenzia regionale per l'edilizia) per 103 milioni "è un indebitamento".

Come aveva spiegato il procuratore "la Regione ha ricevuto da Arte oltre 103 milioni, cifra non ricavata dalla vendita dei beni immobili che sono tutti invenduti, ma dall'apertura di un credito a fronte di una garanzia ipotecaria e dall'anticipazione di cassa da parte della Regione a favore di Arte stessa".

"E' una parifica complicata quella della Corte dei Conti nei confronti del rendiconto 2013 della Regione Liguria per questo come Regione non escludiamo il ricorso per annullare in tutto o in parte le prescrizioni richieste". Lo ha dichiarato l'assessore regionale al bilancio Pippo Rossetti commentando il giudizio di parificazione emesso dalla Corte dei Conti. "Siamo soddisfatti - spiega Rossetti - perché emerge chiaramente il rispetto delle norme nella compilazione e gestione del bilancio e per il riconoscimento della cancellazione dei 420 milioni di derivati che erano nel nostro bilancio dal 2004. Ci viene riconosciuto inoltre il contenimento generale della spesa regionale, il rispetto del patto di stabilità, gli obiettivi intermedi della spesa dei fondi comunitari e del miglioramento dei conti della sanità" "Esprimiamo pero' stupore sui residui attivi e cioè i crediti per 91 milioni che noi vantiamo nei confronti dello Stato che la Corte ci chiede di cancellare". "Nei crediti contestati dalla Corte - dice Rossetti - ci sono quelli della sanità, ad esempio quelli degli investimenti sanitari che risalgono al 1995, 2000, 2002 per un ammontare di 50 milioni di euro che nel 2014 ci hanno fatto introiettare 2 milioni". "Pertanto non capiamo perché dobbiamo toglierli e cancellarli, tenuto conto che nello stesso patto per la salute, siglato tra Governo e Regioni a luglio, si dice chiaramente che tali crediti sono esclusi dalla cancellazione se pretesi dalle Regioni". "Ora - ha concluso Rossetti - abbiamo bisogno di leggere la sentenza anche in merito agli immobili che sono stati venduti ad Arte, ai sensi della legge finanziaria regionale, per capire bene le indicazioni espresse dalla Corte".