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"Sono assolutamente d'accordo con Draghi, se è un affondo affondo anche io. Il presidente della Bce ha detto una cosa sacrosanta, noi dobbiamo rimettere in ordine l'Italia per farla diventare più competitiva. E le parole di Draghi sono la migliore risposta ai critici del Senato, che è una delle riforme che stiamo facendo". Così il premier Matteo Renzi a 'In Onda'.


"Draghi quando ha parlato di Italia ha fatto notare l'importanza delle riforme e poi ha fatto un ragionamento più complessivo che riguarda l'Ue e lì si può discutere nel dire se abbia ragione o meno insieme con gli altri Capi di Stato e di governo".

"Noi abbiamo in Italia dei dati non positivi, noi vogliamo mettere il "più" davanti, però alcuni dati dicono che persino paesi come la Germania che hanno dati molto meglio dei nostri iniziano a dare segnali non belli". Renzi poi contesta il fatto che l'Italia sia mai davvero uscita dalla recessione.

"È interessante ragionare sui dati perchè la recessione tecnica dipende da segno meno consecutivo in ultimi due trimestri. Ma negli ultimi anni l'Italia ha il segno meno per 11 volte, tranne una pausa. Dalla recessione non siamo mai usciti tecnicamente".

"Nel 2015 riduciamo ulteriormente la pressione fiscale: se nel 2014 abbiamo dato 80 euro da maggio, abbiamo fatto 8/12 mentre il prossimo anno ridaremo tra i 10 e gli 11 miliardi. Ci sarà una manovra di taglio alla spesa".

Capitolo Spending Review - "Questo governo ha iniziato a taglia sulla spesa" pubblica, con il taglio alle auto blu, il tetto agli stipendi dei manager, l'intervento sui quarantamila centri di spesa. "Ma si è fatto abbastanza? No".

"A noi servono 16 miliardi di spending review per il 2015 che ci permetterebbe di stare sotto il 3% deficit/pil anche con una crescita non esaltante". Così Matteo Renzi a In Onda, parlando degli obiettivi della spending review ribadendo che le scelte sono della politica, "noi non abbiamo un soggetto tecnico esterno che decide in autonomia".